Alla scoperta del rugby: la mischia
Seconda puntata della rubrica in collaborazione con il Rugby Varese. Oggi si parla di uno dei momenti più caratteristici di questa disciplina, con otto uomini per parte impegnati a distanza ravvicinata

(d. f.) Dopo la prima lezione, pubblicata un mese fa e relativa al placcaggio (CLICCA QUI), torna il nostro momento di formazione verso la palla ovale grazie al contributo fornito dal Rugby Varese. La seconda puntata di “Alla scoperta del rugby” riguarda un altro dei fondamentali più caratteristici, conosciuti e importanti di questa disciplina, la mischia.
IL REGOLAMENTO
La mischia è normata dalla Regola 20, intitolato appunto “La Mischia”.
CLICCA QUI per leggere la regola completa, con i disegni esplicativi
LA DEFINIZIONE
Lo scopo della mischia è di far riprendere il gioco rapidamente, in modo sicuro e leale, dopo un’infrazione minore o un’interruzione. Una mischia è formata nel campo di gioco quando otto giocatori di ciascuna squadra, si legano insieme in tre file per ogni squadra, a contatto con gli avversari in modo che le teste delle prime linee siano incastrate tra loro. Questa formazione, crea un tunnel in cui un mediano di mischia introdurrà il pallone, in modo che i giocatori di prima linea possano contendersene il possesso tallonandolo con uno dei loro piedi. La linea mediana di una mischia non deve trovarsi entro i 5 metri dalla linea di meta. Una mischia non può trovarsi entro i 5 metri da una linea di touch.
IL VIDEO
A spiegare in un video questo fondamentale, è Giampiero De Carli, attuale allenatore degli “avanti” dell’Italia con alle spalle un solido passato da giocatore, con 32 caps ufficiali in maglia azzurra e la partecipazione a quattro edizioni del “Sei Nazioni”. «La mischia è il raggruppamento più importante del nostro sport – dice De Carli – ed è detta “ordinata” proprio perché ci sono norme precise che regolano quanto accade al suo interno».
ALLA SCOPERTA DEL RUGBY – Puntate precedenti
1 – Il placcaggio
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