Fagnano si prepara ad ospitare 12 richiedenti asilo

In città sono arrivati i primi ospiti di un centro d'accoglienza che prevederà massimo 30 posti letto. L'appello del sindaco: "Dimostriamo di essere un modello di accoglienza e senso di ospitalità"

profughi

Sono 12 i richiedenti asilo che nelle scorse ore sono arrivati a Fagnano Olona (immagine di repertorio). Giovani uomini che scappano da guerre e persecuzioni e che saranno ospitati in una struttura allestita in via Montello, nel cuore della città, in attesa che la loro posizione venga riconosciuta. L’edificio potrà contenere fino ad un massimo di 30 persone che hanno richiesto protezione internazionale. Proprio per questo motivo il sindaco Federico Simonelli ha inviato una lettera aperta a tutti i cittadini per “essere trasparenti nei confronti dei cittadini ed evitare inutili polemiche e allarmismi”.

LA LETTERA – Il Sindaco di Fagnano Olona (potete leggere qui l’integrale) spiega che “al di là delle posizioni ideologiche e delle sterili polemiche dobbiamo metterci nell’ottica di chi non può girarsi dall’altra parte e deve, invece, cercare di fare quello che può per offrire una possibilità a queste persone“. Il sindaco spiega che “non è molto quello che ci viene chiesto: dare ospitalità ad alcuni di questi uomini che, a caro prezzo, hanno raggiunto il nostro paese visto da molti come un miraggio di possibile felicità”. Simonelli ricorda come “al comune è stato chiesto solo di renderci disponibili per valutare progetti che possano dare a questi ragazzi la possibilità di imparare la lingua e impiegare utilmente il loro tempo”. Alla luce di questo l’appello del sindaco è che “i miei concittadini sappiano essere un modello per capacità di accoglienza e senso di ospitalità”.

L’ACCOGLIENZA – Il luogo che accoglie le persone che hanno inoltrato una domanda di asilo viene tecnicamente definito CARA: Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo. Le strutture vengono individuate e organizzate direttamente dalle Prefetture che provvedono anche ai pagamenti alle cooperative e associazioni che gestiscono il servizio e che si devono occupare del vitto, alloggio e accoglienza dei profughi. Ogni ospite, che può muoversi liberamente, riceve un cosiddetto pocket money di 2,5 euro al giorno per le sue esigenze. In base alle convenzioni internazionali queste persone non possono lavorare percependo una retribuzione ma possono offrire il loro lavoro volontariamente attraverso associazioni senza scopo di lucro attraverso la mediazione dell’amministrazione comunale.

Marco Corso
marco.corso@varesenews.it

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Pubblicato il 23 Aprile 2015
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