Comunità montana, Paolo Enrico si dimette

All’indomani dello scossone elettorale la decisione presa però per “questioni personali”. Il nome del successore è Giorgio Piccolo, che dovrà essere votato dall’Assemblea

paolo enrico

A neppure un anno da quell’8 luglio 2014, giorno della sua elezione, il presidente della comunità montana Valli del Verbano Paolo Enrico ha dato le sue dimissioni, vergate ufficialmente alle 18.30 di giovedì scorso, 18 giugno.

Una decisione maturata “per motivi personali” e “assolutamente estranea a qualunque causa politica”. Ma presa comunque dopo le consultazioni elettorali che hanno di fatto “azzoppato” politicamente il direttivo dell’Ente: non è stato rieletto come sindaco l’attuale vice presidente, l’ex sindaco di Gemonio Fabio Felli, nè Graziella Giacon, fino a un mese fa primo cittadino di Laveno Mombello e ufficialmente ancora nell’organigramma dell’esecutivo con la carica di assessore.

«Ho pensato molto a questa decisione –afferma l’ex presidente di Comunità Montana Valli del Verbano – e la mia scelta è stata fatta in totale indipendenza da ogni ragionamento di politica territoriale. Le motivazioni sono solo personali e voglio sgombrare il campo da ogni dubbio sul fatto che, sulla mia decisione, abbiano inciso i risultati delle ultime elezioni amministrative nell’alta provincia, non è così –prosegue -. Il gruppo rimane invariato, la maggioranza continuerà a restare tale proseguendo nel percorso intrapreso in questi mesi di mandato».

Alle dimissioni segue una dichiarazione che apre le danze per la successione: «Il nostro lavoro in questa situazione è una corsa a staffetta, le mie dimissioni saranno solo con il cambio di testimone, ma il traguardo comune, quello che vogliamo fare per Comunità Montana resta invariato – ha affermato Enrico – . La maggioranza sarà quindi garantita, e il candidato sarà Giorgio Piccolo, sindaco di Cuveglio, uomo d’esperienza amministrativa e forte tempra territoriale».

Niente scossoni politici o cambi di rotta, fanno sapere dall’Ente. Il successore non sarà quindi Fabio Passera, sindaco di Maccagno con Pino e Veddasca, come indicato da voci all’indomani della tornata elettorale, oggi a capo del gruppo “Liste civiche del Verbano” all’opposizione di Comunità Montana.

Spetterà ora all’assemblea composta da 32 sindaci (o da essi delegati) prendere una decisione. La maggioranza è di fatto politicamente sostenuta da Forza Italia e Lega: Enrico un anno fa venne eletto con 20 voti.
I numeri per l’elezione di Giorgio Piccolo ci sono, sebbene oltre a Gemonio e Laveno dove il Carroccio è stato espugnato (nel primo caso da una lista civica, nel secondo dalla sinistra), c’è anche il caso di Brezzo di Bedero, comune commissariato e quindi con un ruolo politico più neutro: dalla maggioranza attuale verrebbero meno, in pratica, almeno tre voti.

Fabio Passera, l’anno scorso uno dei due papabili, resta a guardare: «Io sono un sindaco e non ragiono, per gli enti di secondo livello come comunità montana, con logiche di maggioranza e di minoranza. Vedo tuttavia che la successione a Enrico si è aperta esattamente con gli stessi schemi. A questo punto consiglio a chi governerà di mettere in circolo dosi massicce di vitamine per evitare raffreddori improvvisi».

Tradotto: la maggioranza si affievolisce e potrebbero esserci presto sorprese.
In effetti, poi, c’è il “caso Luino”. Cosa farà Pellicini, forte della rinnovata maggioranza priva di uno degli sponsor politici di Enrico, vale a dire Giuseppe Taldone, candidato sindaco con una lista civica ma espressione di Forza Italia (è il vice coordinatore provinciale)?
Il rafforzamento di Pellicini può in quest’ottica produrre due effetti distinti e contrari: sostenere il gruppo che governa l’ente di Cassano Valcuvia, o affossare uno schema che si basava su logiche politiche uscite modificate dal voto.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 22 Giugno 2015
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