Punture di vespe e calabroni: cosa è bene sapere

L'ospedale di Como aderisce alla campagna "Punto nel vivo" con cui si vuole sensibilizzare sulle reazioni allergiche delle punture di imenotteri

Vespe

Punto nel vivo: la prima campagna di informazione sull’allergia al veleno di imenotteri.
Como, con l’azienda ospedaliera Sant’Anna,  è tra le 25 città italiane a partecipare alla prima edizione della campagna d’informazione “Punto nel Vivo”.

Obiettivo della campagna quello di far conoscere le caratteristiche e le terapie delle reazioni allergiche da punture di imenotteri, un “ordine” che comprende oltre 100.000 specie di insetti, tra i quali i più noti e comuni sono le api, le vespe e i calabroni.

«Sono oltre 5 milioni gli italiani che ogni anno vengono punti- dichiara Marina Mauro, Coordinatore Clinico dell’Ambulatorio di Allergologia dell’Azienda Ospedaliera “Ospedale Sant’Anna di Como- ma si stima che l’allergia al veleno di imenotteri può provocare reazioni localizzate o reazioni generalizzate spesso severe, con coinvolgimento respiratorio e/o cardiocircolatorio che si possono complicare fino ad arrivare alla morte».

L’iniziativa “Punto nel vivo” è promossa dai 25 esperti che fanno riferimento ai principali Centri Allergologici Specializzati nella diagnosi e terapia dell’allergia al veleno di imenotteri, patrocinata da FederAsma e Allergie Onlus- Federazione Italiana Pazienti e realizzata con il contributo di ALK-Abellò  (www.alk-abello.it).

Per tutti i mesi estivi verranno diffusi in oltre 150 Pronto Soccorso italiani materiali informativi, per favorire la conoscenza di un idoneo percorso diagnostico e terapeutico, a partire dall’utilità dell’adrenalina autoiniettabile, che l’allergico deve saper usare in caso di schock anafilattico, fino alla cura per questa allergia, ovvero l’immunoterapia specifica, in grado di fare acquisire la tolleranza al veleno.

I consigli degli esperti:

1.       Se venite punti da un’ape ricordatevi che il pungiglione è seghettato e quindi rimane infisso nella sede della puntura. E’ opportuno estrarlo nel più breve tempo possibile perché questo diminuisce la dose iniettata. Aiutarsi con una punta smussa (anche l’unghia) con un movimento dal basso verso l’alto senza utilizzare pinze o schiacciarlo tra le dita poiché il sacco velenifero alla base del pungiglione potrebbe iniettare ulteriore veleno. Applicare, quindi, ghiaccio.

2.       Ecco quali sono i fattori che aumentano l’aggressività di api, vespe e calabroni: odori intesi come quelli di un profumo, vestiti di colore scuro, movimenti bruschi o rumori secchi quando ci ronzano intorno. Ricordatevi inoltre che i giorni ventosi ci mettono più facilmente a contatto con loro perché vengono abbassati i corridoi di volo.

3.       In caso di reazioni locali che durano più di 24 ore e con un diametro superiore a 10 centimetri è consigliabile una visita allergologica per stabilire se si è allergici al veleno di imenotteri. E’ indispensabile la visita allergologica nei centri specializzati per chi ha avuto una reazione sistemica. Ricordatevi che è importante eseguire le prove allergologiche non prima di 3-4 settimane dalla reazione stessa, per evitare false negatività.

4.       In caso di shock anafilattico mantenete la calma e allertate immediatamente il 118. Se avete con voi l’adrenalina autoiniettabile utilizzatela seguendo le prescrizioni del vostro medico. E’ importante comunque, anche se avete la sensazione di migliorare, allertare il 118 per ricevere la prima assistenza e le cure del caso che verranno proseguite in Pronto Soccorso.

 Per maggiori informazioni sulle iniziative della campagna e sui centri allergologici di riferimento è possibile consultare: www.facebook.com/puntonelvivo

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Pubblicato il 24 Giugno 2015
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