Antonello De Giorgio: quando la fede è più forte della malattia

Nel 2008 gli è stato diagnosticato un tumore, ma non ha perso la forza per raccontare le sue storia. Lo scrittore presenta il suo nuovo libro “La testimonianza va testimoniata”

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Il cellulare di Antonello De Giorgio squilla durante una riunione di lavoro. All’altro capo del telefono c’è il medico che ha consultato le sua analisi. Gli viene diagnosticato il “Linfoma di Hodgkin”, un tumore maligno. Era il 2008 e da quel momento niente sarà come prima. Antonello è direttore di banca, vive a Varese, ha 56 anni, è sposato e ha due figlie. Ma non vuole farsi spezzare dalla malattia. Da quel giorno per lui comincia una nuova storia di rinascita e speranza.

«La malattia mi ha rivoltato la vita – racconta Antonello – ma in modo del tutto inaspettato l’ho affrontata con tranquillità. La fede mi ha dato la forza di superare lo smarrimento iniziale e in quel momento la presenza di Dio si è manifestata in me con tutta la sua forza». Antonello affronta l’operazione, 4 mesi di chemioterapia e uno di radioterapia.

«Ma mi sentivo assolutamente normale, continuavo a lavorare e a giocare a pallacanestro. Mi sono reso conto che erano gli occhi delle altre persone a farmi sentire malato. Mi guardavano come uno già condannato, come se per me non ci fossero più speranze. Allora ho deciso di prendere penna e block notes e raccogliere tutti i miei pensieri». Così nasce il suo primo libro “Non sono ancora una foto sopra una lapide!” (Pietro Macchione Editore), uscito nel 2010. «Qui ho descritto la mia esperienza, il mio viaggio a Medjugorje e il mio modo di affrontare la malattia. Secondo me un tumore si può sconfiggere grazie a quelle che chiamo le 3 effe: fede, famiglia e follia».

Ma l’esperienza da scrittore di Antonello non si ferma qui. Il 9 ottobre ha presentato il suo nuovo libro “La testimonianza va testimoniata”. «Non avrei mai pensato di rimettermi a scrivere, ma in questi anni in tanti mi hanno chiesto di raccontare la mia storia. Ho incontrato molte persone bisognose di un sorriso o di un messaggio di speranza. Così ho deciso di raccogliere 7 aneddoti che ripercorrono la mia esperienza per farli conoscere. La malattia non mi ha ancora sconfitto. Continuo a fare controlli in ospedale, ma senza rinunciare a una vita normale».

Con il ricavato della vendita dei suoi libri inoltre Antonello finanzia i progetti dei Frati missionari cappuccini di Milano. Dopo aver sostenuto la costruzione di pozzi per l’acqua in Eritrea e la ristrutturazione di una casa di riposo in Brasile, il suo contributo servirà per la realizzazione di un centro di formazione femminile in Costa d’Avorio.   

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Pubblicato il 22 Ottobre 2015
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