“Ho amato Expo. E ne sento già la mancanza”

Rita, insegnante di Casorate Sempione, racconta lo stupore e la consapevolezza cresciuta visita dopo visita. "E grazie a #141expo ho conosciuto il padiglione Angola bullone per bullone, trave per trave"

rita gaviraghi expo

Gentile Direttore, gentile Redazione
anche per me Expo 2015 è stata un’esperienza unica, entusiasmante, positivissima.
E anche per me sono prevalse, nell’ordine, ignoranza,  incredulità, stupore, agio, felicità, consapevolezza, desiderio di approfondimento, smania di tornarci, e adesso già nostalgia e tristezza.

All’inizio, non sapevo nemmeno  cosa fosse esattamente un’Esposizione Universale e, immaginandola come una grande campagna pubblicitaria per il turismo e le visite dei vari Paesi, immaginando di vedere ‘stand’ e venir caricata di depliants, non mi sono affatto scaldata, né a maggio né a giugno per andarla a visitare.
Eppure, sono insegnante, mi sembra di essere ‘attenta’ alle sollecitazioni che mi vengono dall’esterno e che riguardano cultura e comunicazione… eppure le classi della mia scuola già ci andavano, eppure era il momento migliore per visitare i padiglioni e camminare nel decumano che, a tratti, ricordo qualche foto sui social, era persino ‘deserto’.
Poi è arrivato luglio, ma faceva troppo caldo e io, persa come sempre tra le mille incombenze della vita familiare, ancora non mi sono mossa: tanto l’Expo aspetterà, ci sarà ancora per tanto, mi dicevo.
Poi agosto. Chi non è andato in vacanza, compresi i pensionati a cui girano pochi soldi e che sono stati invitati all’Expo gratis, ha deciso, probabilmente di fare la visita. Io stessa, che solitamente parto i primi di agosto per le vacanze, quest’anno sono partita dopo il 15 e quindi, una sera di agosto, in piena settimana ferragostana, decidiamo di andare lì a ‘fare un giro, tanto ci sono i biglietti serali a 5 euro…’: bé, ragazzi, che botta in testa, che meraviglia, che sorpresa, che stupore!
Ho trovato il mondo ai miei piedi, l’arte, l’intelligenza, la bellezza e la creatività che erano dappertutto e io, frastornata e felice come una bambina, ho trovato già quella prima sera la lucidità di visitare il padiglione dell’Angola, a cui il mio Comune, Casorate, è gemellato secondo il progetto 141 Expo di Varesenews. (nella foto)
Poi ci sono tornata. Più consapevole, più aperta e disponibile a comprendere e ad approfondire.
Ci sono stata in tutto 5 volte: poche, sol senno di poi. Ho accompagnato le classi della mia scuola alla ripresa dell’anno scolastico, quando già era ‘tardi’ per vedere bene, quando già molti giudicavano ‘pazzi’ sia gli insegnanti accompagnatori che non riuscivano nemmeno a far salire la loro classe tutta sul treno di ritorno ( a noi è capitato!), sia gli studenti che credevano di vedere e si trovavano imbottigliati (se non ‘legati’) nel decumano.
Eppure, quanti spunti, quante idee, quanti momenti davvero educativi abbiamo vissuto insieme, coi ragazzi, coi colleghi.
Ci hanno regalato, a noi insegnanti, una serie di biglietti omaggio che ci hanno consentito di andare all’Expo ancora e ancora. In queste ultime settimane, ne parlavamo tra noi, uscivamo da scuola e…ci andavamo! Ci entusiasmava decidere di mollare tutto, le famiglie, la preparazione dei pranzi e delle cene, speravamo di non avere pomeriggi e impegni scolastici per correre al treno con gli studenti e …andare all’Expo!
Così ho visto un bel po’ di Expo. Eppure, ogni volta che ci sono tornata vedevo, nel vero senso della parola, cose nuove, angoli mai visti e ri-vedevo con occhi sempre nuovi il già visto. Ho amato Iran, Regno Unito, Russia, Kazakistan….Ho apprezzato le architetture dei padiglioni da fuori e sono rimasta a volte anche delusa che l’interno non corrispondesse alla bellezza esterna. Ho conosciuto il padiglione angolano (a noi gemellato, appunto) ‘trave per trave e bullone per bullone’ grazie ad una splendida serata organizzata nel mio Comune dall’Amministrazione e avente come ospiti gli architetti costruttori di questa meraviglia. Ho camminato sempre in serenità e sicurezza, anche trascinata dalla folla. Ho visto fiorire e rifiorire  l’Albero della Vita.
Ho amato Expo e ne sento già la mancanza. Sono fiera di tutto, contenta di esserci stata, speranzosa di poter, un giorno, accedere ancora a quello che resterà. Sento di aver fatto la mia parte, di poter essere contenta, di aver contribuito a rendere omaggio, con la mia presenza, le mie visite, le mie piccole spese in loco, al grande sforzo che menti brillanti e bravi organizzatori hanno saputo compiere.
Grazie, Expo 2015!

di
Pubblicato il 31 Ottobre 2015
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