Il ruolo rilevante della scuola paritaria nel sistema educativo italiano
In occasione di un convegno dedicato a Maria Montessori, il direttore dell'Acof Ghisellini si è confrontato con l'ex ministro Berlinguer che volle parificare le scuole privarte

Visita a Expo per l’ex ministro dell’Istruzione Luigi Berlinguer. Il politico è intervenuto al convegno dedicato alla figura di Maria Montessori.
Accompagnato dal direttore degli istituti Olga Fiorini di Busto Arsizio e Montessori di Castellanza Mauro Ghisellini, Berlinguer ha ribadito l’importanza delle scuole paritarie nel sistema formativo italiano: «Stanno chiudendo molte scuole paritarie per mancanza di fondi e questa è una perdita per il Paese»:
Con Ghisellini, che è anche componente della commissione ministeriale per la parità scolastica, introdotta proprio con la legge Berlinguer del 2000, si è affrontato il tema del ruolo delle paritarie : « fu una legge di attuazione della Costituzione – ha ricordato Berlinguer – che prevede la libertà di istituire scuole non solo per lo Stato: per questo oggi si parla di sistema d’istruzione nazionale, di cui fanno parte le scuole paritarie, che hanno la stessa dignità di quelle statali».
La competizione fra istituti si gioca allora sul piano della qualità, perché, come puntualizza Berlinguer, oggi presidente del Comitato per lo sviluppo della ricerca scientifica e tecnologica, «la sfida si vince se si crea un processo di qualificazione progressiva all’interno di tutte le scuole. Ciò è favorito da un’altra legge approvata durante il mio mandato ministeriale: quella sull’autonomia». Insomma, «la qualità è garantita non solo dal sistema complessivo, ma anche da ogni singolo istituto. La legge di allora affrontava il problema del finanziamento solo sotto il profilo del diritto allo studio, da assicurare anche ai non abbienti. Non è stato risolto “in toto”, anche se ci sono alcune sovvenzioni da parte dello Stato, che interviene con cifre modiche: è su questo che occorre lavorare, in un confronto civile e sereno».
Berlinguer guarda ora con interesse alla riforma della Buona scuola, sulla quale, osserva, «il giudizio è controverso, ma sarebbe sbagliato ridurre tutto a una valutazione negativa o positiva della legge, perché tutto dipende da come sarà attuata». In altre parole, «se ci saranno forze che guardano al futuro, uscirà senz’altro qualcosa di buono; se al contrario prevarranno forze chiuse, conservatrici, la legge non funzionerà. Fermarsi a segnare gli errori con la matita rossa e blu è assolutamente sbagliato: chiediamoci invece che cosa si può fare».
Per riformare l’impianto educativo della scuola, a giudizio dell’ex ministro, è fondamentale un metodo come quello montessoriano, di cui si è parlato a Expo, nella ricorrenza dei 90 anni dell’Opera nazionale Montessori e dei 100 anni dal viaggio della grande pedagogista all’esposizione universale di San Francisco, dove presentò la sua proposta educativa. Una proposta che, sottolinea Berlinguer, «è in espansione in tutto il mondo: l’Italia non può dimostrare chiusura verso quella che è una ricchezza per il Paese. Bisogna estendere tutta la potenza del messaggio montessoriano, perché il cambiamento consiste nel valorizzare il ruolo costruttivo di chi impara nella scuola. Questo è il verbo di Maria Montessori, che ci aveva visto giusto un secolo fa».
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