La Magnolia Grandiflora
Nuovo appuntamento con il tour tra le bellezze naturalistiche del Varesotto grazie al nostro lettore Teresio Colombo

Il giorno 12/10, sollecitato da previsioni metereologiche con tante precipitazioni per tutta la settimana decido di recarmi al parco di villa Mylius per fotografare alcuni esemplari, da subito decido una cernita di non più di una decina di alberi per non annoiare chi deve leggere l’articolo. Fatte queste considerazioni scelgo di entrare dalla via P. Veronesi perché si può parcheggiare con maggiori probabilità, ritengo che anche una informazione superficiale della storia e della descrizione delle bellezze di questo parco richiederebbe un servizio molto più lungo di un articolo.
Appena entrato percorro il viale dei tigli capitozzati e potati annualmente che decido di trascurare, al fondo di questo viale in alto, sulla destra, un gruppo di Carpini (1) (Carpinus betulus) pianta abbastanza comune nei boschi della provincia ha iniziato ad ingiallire le foglie, processo che durerà per un mese circa, le foglie secche tenderanno a non staccarsi dall’albero se non a seguito di forti venti, scattata la foto procedo per la salita e fatta la prima curva prendo il sentiero in piano che porta all’Albero dei tulipani (2) (Liriodendron tulipifera) importato dagli Stati Uniti è ritrovabile in quasi tutti i giardini di abbastanza recente ristrutturazione, i fiori compaiono a fine primavera e sono inizialmente di colore verde glauco che diventa sempre più giallo con striature arancioni, l’esigua quantità di alberi di questa specie è sufficiente a spiegare l’inesistenza di utilizzi diversi da quelli ornamentali.
Proseguendo il percorso avvicinandosi alla villa si nota un albero di cui sta iniziando la fioritura è un arbusto di Olea fragrans (3,4) (Osmanthus fragrans) presente presso tutte le filature di seta perché con l’intensità del profumo dei suoi fiori rendeva accessibile i luoghi dove venivano accumulati i bachi uccisi per la lavorazione del bozzolo e dei conseguenti fili di seta, operazioni che nel 700 e l’800 venivano svolte nella parte della villa utilizzata per la filatura anche il cespuglio sulla sinistra della scalinata di fronte penso trattarsi di un’Olea fragrans (5,6) (Osmanthus heterophillus variegato) dal fiore di un profumo intenso come nella pianta precedente ma meno dolce; la caratteristica di questo arbusto che le foglie presentano simili a quelle dell’agrifoglio per successivamente evolvere con forma ovale.
Decido di passare evitando foto che in questa stagione non renderebbero l’idea della bellezza di queste rose, arrivato dietro la vila, un sentiero ci porta ad affrontare la salita, sulla destra incontriamo un Corniolo da fiore (7) (Cornus capitata) ormai carico di frutti eduli, che vivacizzano con il loro colore la vita della pianta; poco più su alcuni alberi di Magnolia grandiflora (8,9,10) (Magnolia grandiflora) bellissimo albero originario dagli Stati Uniti è stato introdotto in quasi tutti i parchi sia per la facilità d’impianto, sia per la bellezza del fiore ma anche per i suoi frutti particolarmente vistosi in una stagione in cui le fioriture sono scarse, per questo motivo ho dedicato ben 3 fotogrammi il primo alla pianta in generale, il secondo ai frutti maturi e il terzo i semi che devono maturare dentro il frutto; il fiore è ovviamente finito anche se la fioritura dura da maggio ad agosto, la pianta ha una crescita molto lenta. Salgo fino in cima e trovo alcuni esemplari di Lagestroemia (11) (Lagerstroemia indica) pianta originaria dall’India, ma ormai diffusa in tutto il mondo con varietà studiate per situazioni particolari specie di temperatura, la pianta di lagestroemia è comune anche nei giardini pubblici di particolare rilievo è la presenza in villa Toeplitz dove è tenuta a siepe mettendo in evidenza la caratteristica di questo arbusto e cioè di essere dotato di crescita lenta, di avere un modesto apparato radicale e di essere resistente anche a potature rilevanti anche se condotte una sola volta all’anno anche per questa pianta è terminata la fioritura e le foglie hanno preso il colore giallo-aranciato e in qualche caso rosso e cadranno presto, poco più avanti un grosso cespuglio di Agrifoglio (12) (Ilex aquifolium), di questa pianta assai comune nei nostri boschi mi limito a fotografarne un ramo con bacca che indica che la pianta è femmina e questo mi servirà ai fini dell’inverno a distinguere i fiori maschili da quelli femminili.
Visto che la nuvolosità è aumentata, che il Liquidambar ha le foglie ancora verdi, la sequoia per fotografarla con la foto in orizzontale richiede un distanza rilevante decido di cercare la Sughera (13) (Quercus suber) di cui conosco solo 2 esemplari in giardini pubblici di Varese che sono questo di villa Mylvius in buone condizioni anche se irregolare nello sviluppo e l’altra in villa Augusta, ormai con sostegni ad alcuni rami e in situazioni di abbastanza palese decadenza certo fa un certo effetto dopo aver visto le sugheraie del Marocco, del Portogallo e della Sardegna vedere questi esemplari solitari in ambienti dove hanno dovuto adattarsi ad un clima molto diverso da quello normalmente vissuto da piante dello stesso genere. Visto che ho dovuto scendere la collina per vedere questo albero decido di andare a fotografare il faggio, procedendo per il sentiero ritrovo il Pesco giapponese (14) (Chaenomeles japonica) la mela cotogna giapponese di polpa molto dura tanto da poter apprezzare il frutto solo dopo cottura, è principalmente usato per rendere più solida la marmellata, i visitatori del parco però non le gradiscono e pertanto ogni inverno se ne formano strati notevoli che poi marciranno sul posto; bellissima la fioritura di questa siepe ancora prima della fine dell’inverno.
Finalmente sono arrivato al Faggio pendulo (15) (Fagus sylvatica var. pendula) che ricopre dalla luce del sole un’area così vasta da essere utilizzata per comunicazioni a gruppi formati da più di 50 persone, ma oltre alla maestosità di questa pianta, presumibilmente immessa nel giardino all’epoca del suo riordino e quindi il 1905 è la particolare longevità perché trattasi di un cultivar e non di albero che esista in natura. Prima di uscire vado a controllare le 3 grotte dove fa bella mostra di sé il Capelvenere comune (16) (Adiantum capillus-veneris) e non posso evitare di fotografarla.
Teresio Colombo
Foto
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