Sanzioni più dure con il nuovo reato di omicidio stradale. Ecco come funziona
La nuova legge approvata dalla Camera prevede un inasprimento delle pene per chi uccide al volante

Il disegno di legge che introduce il reato di omicidio stradale è stato approvato dalla Camera dei deputati. Nel testo che tornerà al Senato per il voto finale sono previste anche sanzioni più severe per chi infrange la legge al volante.
Resta la pena già prevista oggi (dai 2 ai 7 anni di carcere) in caso di morte causata dalla violazione del codice della strada. In caso di omicidio commesso per guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti il conducente rischia da 8 a 12 anni di carcere se il tasso alcolemico supera 1,5 grammi per litro, mentre da 5 a 10 anni se supera gli 0,8 g/l o in caso di condotta particolarmente pericolosa (guida contromano, eccesso di velocità, infrazioni ai semafori, sorpassi e inversioni a rischio).
La pena può essere ridotta fino a metà in caso di infrazione da parte della vittima, mentre aumenta se l’omicida guida senza patente o con la patente revocata, sospesa o senza assicurazione. Sanzioni più dure per i pirati della strada: in caso di fuga la pena può aumentare di due terzi e non può comunque essere inferiore ai 5 anni di carcere.
In caso di condanna o patteggiamento la patente viene revocata automaticamente e si potrà riottenere solo dopo 15 anni (o 30 se il conducente è fuggito dopo l’omicidio).
La stretta riguarda anche le lesioni personali. In caso di ferimento sono previsti da tre mesi a un anno di carcere per lesioni gravi e da uno a tre anni per lesioni gravissime. Le pene aumentano in caso di guida in stato di ubriachezza o sotto effetto si sostanze stupefacenti: in questo caso si va dai 3 ai 5 anni per lesioni gravi e da 4 a 7 per quelle gravissime. Anche qui in caso di condanna scatta il ritiro della patente, che può essere ottenuta solo dopo 5 anni.
<<Finalmente un provvedimento che restituisce giustizia e dignità alle vittime di un crimine odioso – commenta l’assessore regionale alla Sicurezza Simona Bordonali – è una norma che chiedevamo da tempo anche come Regione Lombardia, come risposta doverosa ai familiari delle vittime che per troppo tempo hanno dovuto tollerare l’indifferenza delle istituzioni. Ma il lavoro non è ancora finito. Da una parte bisogna educare e prevenire, dall’altra garantire la certezza della pena per chi si macchia di un’onta così grave>>.
I dati raccolti dal ‘cervellone’ in dotazione alla Regione Lombardia per il monitoraggio sulla sicurezza stradale sono comunque incoraggianti. <<Le vittime per questo tipo di reati sono in diminuzione – dice Bordonali – questo è un segnale positivo>>
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