Allevatori varesini in prima linea alla “guerra del latte”
Al presidio si sabato 7 novembre a Ospedaletto Lodigiano tanti gli allevatori proveniente dal nostro territorio. “Nella provincia prealpina ha chiuso una stalla su tre”

E’ stata massiccia la presenza degli allevatori della provincia di Varese tra le migliaia presenti oggi ai presidi di Ospedaletto Lodigiano: i produttori della Coldiretti sono giunti dalle diverse regioni con mucche e trattori che dalle prime ore del giorno si sono mobilitati per la “guerra del latte” per difendere il lavoro, gli animali, le stalle, i prati ed i pascoli custoditi da generazioni.
Inoltre, secondo le stime di Coldiretti Lombardia, gli allevamenti da latte della provincia di Varese hanno perso 4 milioni di euro di euro in termini di mancato guadagno – dal luglio 2014 a ottobre 2015 – a causa del crollo del prezzo del latte alla stalla, precipitato dai 44 centesimi al litro pagati in media fino a metà dello scorso anno ai 34 centesimi al litro registrati in diversi casi nell’ultimo periodo.
“Da tutta la provincia prealpina la mobilitazione è stata fortissima” sottolineano il presidente Fernando Fiori e il direttore Francesco Renzoni. “Nel Varesotto la zootecnia è una voce decisiva della bilancia agricola ed economica, ma rischia di sparire, penalizzata da un prezzo insostenibile e dal massiccio ingresso di latte straniero: oggi quasi la metà del latte consumato in Italia viene infatti da paesi esteri e la situazione è precipitata nell’ultimo anno con il taglio pesante nei compensi riconosciuti alla stalla dove mancano anche quei pochi centesimi al litro necessari per garantire l’alimentazione delle mucche ed evitare la chiusura. Non è un caso che, negli ultimi undici anni, la provincia di Varese abbia perso una stalla su tre”.
Così, oggi, gli allevatori stessi (insieme ai ‘colleghi’ giunti da ogni parte d’Italia) hanno preso d’assedio il centro di distribuzione dei prodotti della multinazionale del latte francese Lactalis che dopo aver conquistato i grandi marchi nazionali Parmalat, Galbani, Invernizzi e Locatelli è diventata il primo gruppo del settore, in via Guglielmo Marconi 10 a Ospedaletto Lodigiano (Lodi) a meno di un chilometro dall’uscita “Casalpusterlengo” dell’autostrada A1, proseguendo sulla ex strada statale 234 Mantovana. Al presidio sono arrivati, fra gli altri il Ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina e l’assessore all’agricoltura della Regione Lombardia Gianni Fava, mentre altre presenze istituzionali sono attese.
“Sotto accusa – conclude il presidente dell’Associazione Provinciale Allevatori Paolo Zanotti – il fatto che il latte italiano viene sottopagato al di sotto dei costi di produzione con le importazioni dall’estero che vengono “spacciate” come Made in Italy” per la mancanza di norme trasparenti sull’etichettatura”. Alcuni manifestanti gridano un antico proverbio bergamasco “A la (v)àca a ‘s móns ol làcc, mia ‘l sànch!”, “alla vacca si munge il latte, non il sangue” mentre altri innalzano cartelli con le scritte “Made in Italy ostaggio di una multinazionale straniera”, “Avete preso i nostri marchi non vi daremo le nostre mucche”.
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