Moretti: “Trento superiore per tecnica e fisico”

Il coach di Varese ammette la sconfitta. Buscaglia: "Ci eravamo preparati alla zona e l'abbiamo attaccata bene". Pagelle: solo Galloway sopra la sufficienza. Macumba per le ali piccole

Openjobmetis Varese - Manital Torino 92-78

«Non siamo riusciti ad arginare la loro superiorità nell’uno contro uno, in cui Trento ha fatto meglio di noi sia dal punto di vista tecnico sia da quello fisico» spiega un dispiaciuto Paolo Moretti al termine della partita contro l’Aquila, quarta sconfitta stagionale in campionato per la Openjobmetis. «Abbiamo provato col massimo delle nostre forze ad arginare la bravura di Trento, provando anche a mischiare le carte dal punto di vista tattico con la zona ma è andata male. La loro supremazia non è stata schiacciante per 25′, visto che a quel punto siamo rientrati sul -7, poi però lo scoramento ha allentato la tensione e abbiamo lasciato andare la partita con facilità eccessiva».

«Sapevamo che oggi avremmo trovato un avversario di gran livello – aggiunge Lorenzo Molinaro in campo per pochi minuti – Loro sono stati molto bravi nel taglio dal lato debole e in generale hanno letto bene il gioco e attaccato la zona in modo efficace. Complienti a Trento ma è chiaro che noi dovremo migliorare in futuro».

C’è soddisfazione, giusta e comprensibile, nelle parole di coach Buscaglia: «Per noi è stata una vittoria di buonissimo livello, nella quale ha inciso la vittoria a rimbalzo, segno che siamo stati molto attenti nell’area colorata. Abbiamo reagito con tranquillità alla difesa a zona di Varese e poi siamo riusciti ad alzare progressivamente il nostro livello, crescendo in particolare nel secondo tempo. Dal terzo quarto siamo migliorati sull’anticipo e in difesa, e ciò ci ha permesso di essere anche più consistenti in attacco. Ci siamo preparati in settimana ad attaccare la zona di Moretti e come detto la tranquillità dei miei ragazzi ha ermesso di attaccarla bene».

P A G E L L E

DAVIES 5,5 – A metà strada tra la produzione offensiva che tutto sommato non manca, anche grazie a qualche canestro davvero bello e cercato, e il buco nero che si crea dalle sue parti e cioé in un punto nevralgico del sistema difensivo di qualsiasi squadra. No, al sei non ci arriva.

FAYE 5,5 – Dalla sua ha sempre quella voglia di lasciare il segno che affiora anche nelle serate negative. Parte davvero bene ma poi non trova grandi spunti, forse perché per uno come lui serve una regia ben più puntuale di questa per metterlo in moto.

WAYNS 5 – Non abbassiamo il voto perché un mese di stop si farebbe sentire su chiunque, figuriamoci su uno che da queste parti non ha mai messo piede. Però il suo impatto – anche provando a leggerlo in chiave futura – lascia intatta ogni perplessità sul suo conto.

UKIC 5 – Avvio discreto, ma poi il nulla. Sembra quasi che quelle due palle perse da principiante che aprono il contropiede della Dolomiti lo fiacchino nella testa e nelle gambe: non si riprenderà più. Ohibò, che succede?

CAVALIERO 5 – Passa dall’onnipotenza mostrata contro Torino a una partita per larghi tratti “trasparente” come quella di Trento. Vero, qualche guizzo anche in difesa lo regala (e visto il contorno, è una rarità) ma poi dà un contributo davvero troppo leggero all’economia di squadra.

CAMPANI 5 – Arrotonda un po’ le cifre nel finale, prima non fa nulla per cambiare la storia della partita (quando appunto una storia c’è ancora). Soprattutto, non incide a rimbalzo come sarebbe servito, visto che va a cambiare i lunghi.

KUKSIKS 4 – Dev’esserci una macumba sulla posizione di ala piccola nella Openjobmetis di quest’anno. Dopo Thompson e Shepherd tocca a Kuksiks sparire nelle nebbie oscure di quella posizione. E sì che nelle prime due uscite era piaciuto per il modo intelligente e attento di stare in campo.

THOMPSON 4 – Tredici minuti di totale assenza da ogni cosa che si avvicini alla pallacanestro. Un tiro sbagliato, un’entrata suicida a testa bassa (e per poco non si azzoppa), “meno 30” di plus-minus. Ovvero, quando c’è lui in campo Trento domina senza problemi.

GALLOWAY 6,5 – L’unico giocatore in grado di inventare qualcosa è il barbuto Galloway, che continua a sembrarci inadatto al basket cinque contro cinque (quando gestisce lui la sfera, i compagni finiscono per fare i paracarri), che talvolta ha una gestione casuale del possesso palla, ma che per lo meno ha la sfrontatezza di cercare il canestro avversario con caparbietà e continuità.

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 15 Novembre 2015
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