La Lega di Varese é andata da Salvini a chiedere un nuovo candidato
Il partito cittadino è molto scettico sul nome del civico Stefano Malerba. La sezione vorrebbe un nome interno, e cambiare il cavallo che è stato indicato da Roberto Maroni

La prova che la Lega Nord ha mal digerito il nome civico di Stefano Malerba, sta tutto in questa notizia: lunedì scorso, una delegazione del direttivo cittadino, guidata dal segretario Marco Pinti, si è recata a Milano per una riunione riservata con il segretario federale Matteo Salvini.
La richiesta, in sostanza, è stata quella di fare macchina indietro sul nome di Stefano Malerba, il candidato civico che, a quanto se ne sa, è stato scelto da Roberto Maroni e forse Giancarlo Giorgetti. Ma non dalla sezione cittadina, a cui secondo le regole interne è delegata la decisione. La sezione cittadina del carroccio ha fatto melina: messa in scacco dall’adrenalina suscitata dalle rivelazioni di stampa, in cui il nome di Malerba si rincorreva e veniva confermato dallo stesso presidente del Rugby Varese, non ha detto nulla e si è limitata a convocare in sezione, davanti al direttivo, il candidato in pectore.
Durante la riunione in sezione, com’è noto, per stemperare gli animi i leghisti gli hanno fatto trovare delle mele e delle sedie, e si è svolto, come negli sketch dei film di Aldo, Giovanni e Giacomo, il gioco della cadrega, per capire se davvero l’uomo parla il dialetto lombardo. Hanno riso, scherzato, si sono conosciuti. Ma nessuna decisione è stata presa.
Il segretario cittadino Marco Pinti non fa dichiarazioni politiche su Malerba, mentre Forza Italia ha fatto sapere che è un ottimo candidato per le primarie del centrodestra, come a dire che ancora di acqua sotto i ponti ne deve passare tanta.
IL PUNTO
«Lo stanno prendendo in giro – osserva Nino Caianiello, uno dei leader più ascoltati di Forza Italia – lo convocano e non prendono alcuna decisione. Ma poi Malerba vuole fare il sindaco a prescindere? Convochi i partiti e verifichi le convergenze e i programmi, le condizioni con chi dovrebbe sostenerlo. Ma per adesso siamo ancora al chi l’ha visto?».
Il problema nasce e sarà risolto in casa Lega. E si può riassumere così. La sezione di Varese è convinta che il partito possa fare un’ottima performance alle elezioni comunali. Il traino salviniano, la crisi economica, gli immigrati, il terrorismo, sono temi che hanno rimesso in marcia la Lega, e anche a Varese il partito è vivo. «Possiamo giocarcela – dicono i dirigenti locali – navighiamo in città sopra il 20% e anche più in là, e allora perché andare a pescare un candidato esterno, quando potremmo andare alle urne con uno di noi?». Il direttivo aveva proposto quattro nomi: il segretario Marco Pinti, il capogruppo in consiglio Giulio Moroni, l’assessore Carlo Piatti e l’assessore Fabio Binelli. La loro controparte, in realtà, in questo momento è l’asse tra Maroni e Giorgetti, da cui nasce l’operazione “Malerba”. Che fare? La cosa più logica. Ovvero andare in gruppo da Salvini a chiedere di poter cambiare le carte in tavola. Il Matteo in felpa verde, però, non vuole mettere becco a casa di Maroni (agli alleati di Orizzonte Ideale che lo avevano contattato nei giorni scorsi aveva risposto proprio così: «A Varese decidono Maroni e Giorgetti»).
IL DOPO GALIMBERTI
Questa volta però il direttivo cittadino ha portato argomenti politici ed è andata oltre all’orgoglio ferito dei giorni scorsi. E cioè: con la vittoria di Davide Galimberti alle primarie del centrosinistra, il nome di Malerba rischia di diventare debole. Il candidato che ha battuto Marantelli si è rivelato astuto, e con la campagna delle primarie ha mostrato di toccare palla nella borghesia cittadina, tra gli avvocati, i professori universitari, in ambienti imprenditoriali importanti. Inoltre conosce molto bene leggi e codici degli enti locali. Tra i nomi proposti, almeno due possono contendere a Galimberti quel mondo borghese, ovvero Piatti e Moroni, esponenti di famiglie storiche di Varese, dinastie notarili e di avvocature, una solida trama di relazioni alle spalle. Ci sarebbe poi la carta dell’alleato forzista Luca Marsico, ma questa è un’altra storia. Il nodo politico da sciogliere è quale tipo di campagna elettorale voglia la Lega: da un lato potrebbe puntare ai temi più salviniani, lanciando l’attacco su sicurezza, immigrati e altro, oppure andare a caccia dei voti con una campagna più rassicurante e cercando l’appoggio della città moderata. I volti a cui affidare queste due opzioni rimangono da stabilire. Dal canto suo, Malerba in queste ore sta dichiarando che lui si candida: ma resta da capire, stando così le cose, con chi.
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