Sub italiano muore in una sorgente del luganese
Nella sorgente Bossi, in territorio di Arogno è morto un 39enne della provincia di Alessandria
E’ finita in tragedia la giornata di tre sub speleologi.
E’ stata infatti recuperata in serata, ad una profondità di circa 70 metri, la salma del 39enne speleosub italiano, disperso dal pomeriggio di sabato 9 gennaio nella sorgente Bossi ad Arogno, nel luganese.
L’allarme è scattato attorno alle 15 di sabato 9 gennaio: nella sorgente Bossi, in territorio di Arogno, tre esperti sub speleologi, uno svizzero e due italiani, si sono immersi nelle sue acque ma al momento del rientro solo due di loro sono riemersi.
Il terzo, un 39enne della provincia di Alessandria, è rimasto intrappolato all’interno: per ritrovarlo è stato messo in atto un ampio dispositivo di ricerca coordinato dalla Polizia cantonale, con l’impiego degli speleosub e dei soccorrittori del Soccorso speleologico svizzero coadiuvati dai sub della Polizia lacuale e dalla Polizia scientifica.
Per garantire il necessario supporto logistico esterno, sono intervenuti anche agenti della Polizia comunale di Mendrisio, i Pompieri di Melide, la Protezione Civile del Medrisiotto, il Sam e il Care Team Ticino: complessivamente una quarantina di soccorritori.
La sorgente Bossi è una vera e propria grotta subacquea, meta di appassionati esperti, come mostra questo video da youtube, che testimonia un’immersione nella sorgente.
Durante le ricerche, la strada tra Arogno e Rovio è stata chiusa al traffico per facilitare le operazioni di ricerca e soccorso. Ora è stata aperta un’inchiesta per chiarire cause e dinamica dell’incidente.
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