Luca Re’: “Fare musica è un azzardo ma noi sappiamo sognare”

Il cantautore varesino d'adozione e la band "I sogni di Lucy" presentano il secondo singolo del loro Ep e raccontano questo nuovo progetto

Cantanti

È uscito oggi, mercoledì 20 gennaio, il secondo singolo di Luca Re’ e i Sogni di Lucy. Si intitola “Dimmi” e trascina l’ascoltatore tra le sonorità pop della formazione varesina. Dopo un anno di lavoro tra studi di registrazione e sale prove, infatti, la band si presenta al pubblico con i primi brani del suo Ep.

Un progetto nato dalla caparbietà di Luca Rè, cantautore bresciano e varesino d’adozione, che per anni ha perseguito il sogno di pubblicare un album tutto suo. Durante il percorso ha incontrato i musicisti che oggi lo accompagnano in questa avventura. E’ lui, insieme al tastierista della band Sebastiano, a raccontarci la nascita di questo progetto, dalla passione per la musica ai sogni per il futuro.

Luca come nasce la tua passione per la musica? Raccontaci di te…
“Come molti la mia passione per la musica parte da lontano, da quando ero bambino. Le classiche lezioni di pianoforte che da principio annoiano quasi tutti. In realtà come spesso accade, alle cose ci si appassiona quasi senza accorgersene.Così ho cominciato a passare i pomeriggi a suonare mentre i miei amici giocavano a pallone. Chi fa musica per passione non lo fa per andare nei salotti buoni o per farsi riconoscere per strada. Ovvio che senza un pubblico che ti apprezza non si va molto lontano. Durante il corso degli anni ho fatto diverse esperienze passando dalla musica sacra, al pianobar ma ho sempre avuto voglia, sin dai tempi di studio della musica classica, di scrivere musiche originali. Ero il cruccio del mio maestro, che comunque mi incoraggiava. Ben presto ho cominciato a portargli a lezione brevi manoscritti ancora acerbi, zeppi delle mie idee”

In questa avventura sei accompagnato da “I Sogni di Lucy”. Come è avvenuto l’incontro con questa band?
“Più che un incontro è stato una ricerca, dopo anni in cui ho pensato di diventare cantautore solista. All’inizio avevo un progetto, così ho scritto alcuni brani senza capire bene come poterli poi far conoscere. Ho partecipato anche a Castrocaro, ma mi mancava qualcosa per andare avanti. Di carattere sono uno a cui piace condividere più che accentrare le cose su me stesso. Mi piace nella musica così come nella vita. Ho chiesto quindi prima di tutto ad amici. A Stefano Marinucci, batterista, che era stato mio compagno di università. Lui aiutandomi e credendo in quello che facevo, ha portato basso e chitarre: Luca e Daniele Mazzoni, che ci hanno dato una mano nella realizzazione del nostro primo lavoro. Capitolo a parte merita Sebastiano Bellomia, alle tastiere. Mi è stato segnalato da un amico comune. Ho trovato in Sebastiano un compagno in quest’impresa ardua, un amico e un bravo musicista. Direi una gran fortuna. Nella band dopo il primo lavoro, sono entrati Luca Miglierina al basso e Alessandro Paradiso alle chitarre. Il progetto è ambizioso e questi due nuovi membri, anche se entrati da poco, hanno un entusiasmo e una voglia di fare che rafforza il gruppo e che serve oggi più che mai. Se c’è una cosa che ho capito è che non è semplice essere da soli, ma non è facile nemmeno essere una band: si deve avere la stessa visione delle cose e ci si deve affezionare al progetto e anche agli altri per aver voglia di andare avanti e passare del tempo assieme”.

Nasci come cantautore, come nascono i tuoi brani? 
“Nascono da situazioni comuni. Sono momenti di vita che ho vissuto o che ho visto da vicino. Le storie che scrivo e il modo in cui le metto su carta rappresentano me stesso ma anche tante persone che vivono storie simili. Le dinamiche sono le stesse; eppure noi tutti ci riconosciamo in un brano perché racconta qualcosa di noi o qualcosa con cui siamo entrati in contatto. In fondo è una visione del mondo scritto in versi. Ora anche Sebastiano scrive, e a breve arrangeremo anche un suo brano”.

Sebastiano (tastierista della band), come è composto l’Ep? 
Sono quattro brani che raccontano di amori finiti, ma non è un EP triste o depresso (sorride, ndr.) Ci siamo consultati prima di decidere quali brani di Luca arrangiare per trovare un nostro stile. Abbiamo scelto qualcosa che avesse un filo logico e che caratterizzasse il primo lavoro, ma anche quattro canzoni, dal nostro punto di vista, forti. Le storie sono comunque del tutto diverse. Dammi da bere tratta di una storia finita ma che si trascina in un rapporto di coppia logoro. Dimmi, che dà il titolo all’EP, racconta di due persone che si incontrano di nuovo dopo lungo tempo ma che non si sono dimenticate l’una dell’altra. Lontano da te descrive il momento in cui due persone si lasciano. Infine Le mani giunte: è forse il brano più sperimentale e nasce dalla prima collaborazione tra me e Luca come scrittori, ma non vorrei svelare troppo, per cui consiglio di ascoltarli”.

Vi siete presentati al pubblico con il videoclip di “Dammi da bere”. Come è stato stare sul set?
“Il videoclip è in generale un altro momento di aggregazione. Grazie alla regista varesina Lucia Bulgheroni, che ha sposato la nostra causa, o che si è trovata in mezzo, bisognerebbe chiederlo a lei… (sorridono, ndr) abbiamo potuto fare un lavoro professionale e crediamo molto piacevole. Ci siamo divertiti molto ma è stata anche una grande fatica. Fare una canzone, dalla scrittura alla registrazione, fino al live e anche girare un video, costa molto tempo e tanto impegno. Questo non viene percepito. Cinque minuti di canzone, se si vogliono fare le cose bene, significano settimane di lavoro. Per questo ringraziamo chi ci sta dando una mano e seguendo come Lucia, appunto, e Anna Manicone che ci supporta e aiuta anche come ufficio stampa e social media. Abbiamo lanciato il primo singolo Dammi da bere con il videoclip e abbiamo già girato il secondo video, ancora con Lucia, che sarà una sorpresa per l’uscita ad aprile dell’EP completo”.

Avete presentato questi due brani, ora che succederà?
“Ora siamo concentrati sulle uscite dei singoli e dell’EP e del brano che esce oggi: Dimmi. Le canzoni sono disponibili su tutti gli store digitali (Spotify, iTunes, ecc). Il videoclip sul nostro canale YouTube. Ad aprile con l’uscita dell’EP stamperemo anche il disco. Non è facile ma ce la mettiamo tutta. Contemporaneamente stiamo finendo di preparare un repertorio completo per fare date live oltre che ad esserci iscritti a concorsi e festival nazionali. Organizzeremo comunque i primi live in concomitanza con la presentazione dell’EP in primavera”.

Come ritenete sia la situazione della musica inedita in Italia?
“Molto complessa. In realtà sembra oramai quasi un azzardo fare musica. I canali per farsi notare sono sempre di meno e solitamente chiedono sempre solo di portarsi il pubblico. Chi investe o fa di professione il classico lavoro di talent scout o il discografico è praticamente scomparso. Noi stessi, anche se abbiamo ricevuto un paio di proposte, al momento ci siamo rimboccati le maniche e stiamo facendo da soli. Non perché vogliamo fare gli snob ma i contratti recitavano più o meno ci “cedete tutto e forse faremo qualcosa”. In questa situazione abbiamo preferito iniziare da soli, anche se si fa più fatica. Speriamo che qualcuno si accorga di quello che stiamo facendo e si interessi a noi in modo serio. Per questo è importante che chi ci ascolta e ci vuol supportare ci segua sui nostri canali social e sul sito internet. Ci potete trovare qui: www.lucareeisognidilucy.it e su FB www.facebook.com/lucare.it“.

Adelia Brigo
adelia.brigo@varesenews.it

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Pubblicato il 20 Gennaio 2016
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