Zone economiche speciali: Varese ne ha bisogno?
Tanti e complessi i temi sollevati dal convegno di Ascom che ha messo a confronto gli stakeholder dell'economia varesina

Le Zes – Zone economiche speciali, possono essere una misura per sostenere l’economia varesina, in particolare nelle zone soggette a particolari condizioni come le aree di frontiera con la Svizzera?
Su questo tema Ascom Varese ha chiamato a confrontarsi i rappresentanti dell’industria, dell’artigianato e del commercio ma anche del mondo universitario, in un convegno che si è svolto nel pomeriggio nella sede di via Valle Venosta.
Ad introdurre le valutazioni su questo provvedimento volto a creare “isole” dove particolari condizioni fiscali ed economiche rendano più facile l’insediamento di nuove attività produttive o la crescita di attività già esistenti, una serie di interventi che hanno disegnato lo stato di salute del tessuto economico della nostra provincia, dalle infrastrutture ai dati produttivi, fino ai dati su occupazione e reddito procapite.
Secondo Ascom, l’istituzione delle Zes potrebbe essere uno strumento in grado di promuovere la ripresa del manifatturiero, innescando un processo virtuoso che avrebbe ricadute positive anche sul terziario e in particolare sul commercio.
“Dobbiamo riflettere su come promuovere strumenti per la seconda grande ricostruzione del nostro territorio – ha detto Antonio Besacchi, Coordinatore della Commissione Urbanistica di Uniascom – Serve un patto territoriale per istituire le Zes, per sostenerle in un cammino parlamentare che è lento, anzi quasi fermo”.
Una valutazione che però non trova tutti d’accordo. In particolare Vittorio Gandini, direttore dell’Unione Industriali di Varese, ha espresso dubbi sull’effettiva efficacia di questo strumento. “Dobbiamo capire quale obiettivo ci poniamo – ha detto – Crescere o difendere l’esistente? Le nostre aziende oggi non si confrontano con la Svizzera, si confrontano con il mondo. Non penso che le Zes non siano utili, ma forse dobbiamo pensare a come avere più competitività attraverso una maggiore semplificazione della burocrazia, più internazionalizzazione, più cultura e formazione per i nostri giovani. Questo anche perchè la nostra provincia è sicuramente in difficoltà, ma non dimentichiamo che siamo un territorio che esporta qualcosa come 10 miliardi di euro, con un saldo attivo di 4 miliardi”.
A sostenere la validità delle Zes l’intervento del senatore Stefano Candiani, primo firmatario di una mozione del 2014 che propone proprio l’istituzione di Zona economica speciale per le aree della Lombardia confinanti con la Svizzera.
“Non sono contrario alle Zes – ha detto concludendo il convegno il presidente della Camera di Commercio Renato Scapolan – ma vanno valutati bene costi e benefici. E poi su questo tema, così come sulla sburocratizzazione a tutti i livelli, dobbiamo imparare a fare squadra”.
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