L’ofride insettifera
Nuovo appuntamento con le passeggiate nella natura del nostro lettore Teresio Colombo

Lunedì 25/4 con mia moglie ci siamo recati in villa Cagnola alla Rasa per fare la solita passeggiata domenicale in quello che è un meraviglioso orto botanico, che offre la possibilità di soffermarsi a osservare la flora autoctona e naturalizzata anche in relazione all’esposizione e all’altitudine. Abbiamo iniziato a percorrere il sentiero che conduce al belvedere, guardando le diverse piante; la fioritura del frassino si è ormai conclusa, mentre si possono ancora vedere alcune infiorescenze del lauroceraso, attualmente presenti sui rami più bassi e meno esposti al sole.
In compenso stano fiorendo le orchidee: i boccioli la elleborina bianca sono sul punto di aprirsi. Queste sono particolarmente robuste nell’area che doveva essere il fronte di un ghiacciaio, come testimoniano gli ammassi di pietre di diversa composizione che si trovano in loco. Se arrivassi al pianoro del piccolo Legnone sarebbe possibile vedere qualche orchidea come la “militarI o mascula“ e qualche genziana, ma sarebbe chiedere troppo alle mie forze. Mentre io sono fermo a riprendere le forze per proseguir, mia moglie sta proseguendo lungo il sentiero mi chiama per mostrarmi un’orchidea; avvicinandomi mi accorgo che si tratta di una Ofride insettifera (Ophrys insectifera) (1, 2), un tipo di orchidea il cui fiore assume l’spetto dell’insetto che la aiuterà nel processo di riproduzione. Questa ofride è la specie più diffusa e il suo aspetto varia a seconda dell’imenottero che interviene nel processo di riproduzione. Nel varesotto sono presenti anche altri tipi di ofridi fra cui l’apifera e il formicone che fioriscono nel mese di giugno e che risultano più rare perché necessitano di climi più caldi.
E’ altresì difficoltoso individuarle perché normalmente si tratta di piante alte poco più di 20 cm di colore verde chiarissimo, unica caratteristica che le distingue dalle altre erbe. Siamo nel pieno della fioritura dell’Erba cornetta (3) (Hippocrepis emerus) caratterizzata da 2 fiori per ciascun peduncolo; sono visibili inoltre parecchi Peri corvini (4) (Amelanchier ovalis) che sono a termine fioritura e mostrano già i primi frutti. Anche l’Erba limona (5) (Mellitis melissophyllum) sta iniziando a fiorire il che rallegra gli apicoltori, perché la fioritura dell’erba limona è garanzia di una abbondante produzione di miele; anche il Viburno lantana (6) (Viburnum lantana) è all’inizio della fioritura; questo arbusto diventa sempre più comune con l’abbandono dei terreni agricoli: gli uccelli ghiotti dei suoi frutti lasciano cadere i semi ed essendo un arbusto con esigenze molto limitate sia in termini di terreno (in quanto richiede solo la presenza di calcare) sia di umidità, (è resistente ai periodi di siccità) il suo numero incrementa continuamente.. Anche l’Aquilegia scura (7) (Aquilegia atrata) ha iniziato a fiorire soprattutto a bordo strada dove è maggiore il riverbero del sole, quella di colore blu fiorisce qualche tempo prima e ne ho trovato alcuni esemplari sul M. Chiusarella, nei prati subito al disotto delle betulle sommitali, come sono pure fiorite le diverse piante di Lauroceraso (8) (Prunus laurocerasus) il cui fiore profuma l’aria tutt’attorno di un profumo dolciastro che ricorda quello dell’orniello non ancora fiorito in villa Cagnola. Anche le piante di lauroceraso si sono moltiplicate negli anni: si tratta anche in questo caso di dispersione dei semi da parte degli uccelli che sono ghiotti delle bacche e che ne disperdono i semi in esse contenuti. Anche il Sigillo di Salomone comune (9) (Polygonatum odoratum) è fiorito e ne ho fotografato un esemplare con la sua linea di fiori singoli profumatissimi.
Proseguendo sul sentiero raggiungiamo una statua (10) che rappresenta la forza dell’uomo capace di battersi e vincere le forze del male e che contiene alcuni richiami al mito di Perseo .Il committente la fece realizzare in memoria del figlio morto nella I guerra mondiale, come si evince dall’iscrizione su marmo rosa posta a lato della statua. La statua è stata fusa nella officina realizzata nel cortile della villa dove, fino a pochi anni fa era possibile vedere il modello in gesso utilizzato come stampo per la fusione.
La statua rappresenta per noi il punto di arrivo della passeggiata; facciamo ritorno all’ingresso seguendo un sentiero più breve su cui ci sono segnali di percolo in quanto mancano i parapetto; subito ci attrae un esemplare di Citiso peloso (11) (Chamaecytisus hirsutus) con i fiori e le foglie con un attacco molto breve da apparire quasi sessili; i fiori di questa varietà di citiso sono gialli quando sbocciano, poi assumono una colorazione marrone nel pieno della fioritura.; sulle rocce sono fiorite le Vedovellle celesti (12, 13) (Globularia cordifolia) le cui foglie che resistono ai rigori dell’inverno assumendo una colorazione nera: con l’avvento della primavera sono tornate ad essere di un bel colore verde carico; quasi al temine della discesa troviamo un esemplare di Costolina macchiata (14) (Hypocheris maculata) il cui nome deriva dalle macchie che compaiono sulle foglie basali.
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