Il secondo consiglio comunale non supera i veleni del primo
Non si è rasserenato il clima durante la discussione delle linee programmatiche. Cornacchia: "Atteggiamento illiberale e fascista". Antonelli: "l'esperienza non basta, bisogna anche essere intelligenti"
Peggio non poteva andare, ma il secondo consiglio comunale non è certo stato una passeggiata per il sindaco Emanuele Antonelli. I pochi punti all’ordine del giorno -l’assestamento di bilancio e le linee programmatiche della giunta- sono comunque bastati per acuire le tensioni.
La bordata più forte è arrivata dall’ex presidente del consiglio, Diego Cornacchia, che siede già tra i banchi del gruppo misto dopo essere uscito dalla lista civica che lo ha eletto durante la prima seduta, ancor prima del caos dell’elezione di Mariani. Cornacchia ha protestato contro la «richiesta di dimissioni forzate dei due Reguzzoni» rendendo poi «onori e gloria a Paola, che ha resistito a questo diktat» e arrivando a bollare l’atteggiamento del sindaco come «illiberale e fascista». Parole dure di quello che è stato il capolista della lista Antonelli a cui si sommano anche i giudizi poco positivi sulle linee programmatiche dell’amministrazione dal momento che «siamo passati dallo slogan di efficienza, esperienza e eccellenza a quattro paroline buttate lì: onestà, lavoro e gentilezza». Un attacco frontale a cui il sindaco Antonelli ha risposto senza troppi giri di parole: «l’esperienza non basta, bisogna anche essere intelligenti».
Ad alimentare il clima non troppo sereno si sono poi aggiunte le frizioni con la presidenza di Valerio Mariani che ha avuto più volte scambi di opinioni con sindaco e alcuni consiglieri (Cornacchia e Farioli in primis). Ed è stato proprio per contenere l’esuberanza dell’ex sindaco che Mariani ad un certo punto ha dato l’affondo: «se lei vuole sostituirsi a me -ha detto rivolto a Farioli- me lo dica e vediamo come fare».
La serata non troppo favorevole per il sindaco è stata poi costellata da commenti critici sulle sue linee programmatiche. Il documento di 7 pagine che delinea gli atti di indirizzo dei prossimi 5 anni (potete leggerlo cliccando qui) è stato definito da Massimo Brugnone (PD) «così vago e generico da trovarci tutti d’accordo perché non c’è scritto nulla praticamente nulla di come l’amministrazione intende operare e raggiungere i suoi obiettivi» o in modo molto più conciso «imbarazzante» da Luigi Genoni del Movimento 5 Stelle. Paradossalmente -oltre ai capigruppo della sua maggioranza- l’unica voce a difesa di Antonelli si è alzata dai banchi dell’opposizione con Gianluca Castiglioni che ha invitato a «far lavorare la giunta e il sindaco» perché «vedo molta voglia di mettersi in gioco».
In tutto questo quadro manca Paola Reguzzoni. La consigliera è stata infatti presente al consiglio rimanendo però in silenzio per tutto il tempo dell’assise. Seduta ancora tra i banchi della Lega Nord -ma cedendo il ruolo di capogruppo a Livio Pinciroli- la donna al centro delle polemiche non è mai intervenuta e ha votato sempre in linea con le indicazioni del suo partito.
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