Il sottopasso di Sant’Anna cambia ancora: “Più semplice, meno costoso”
Un cittadino ha consegnato in comune una nuova proposta per il sottopasso, più semplice e meno costosa. Antonelli: "Se si può fare così, la faremo"

Cambia ancora il progetto del sottopasso di Sant’Anna, quel collegamento discusso da anni tra il quartiere e il Sempione. Questa volta, però, potrebbe essere l’ultima.
E’ stato un normale cittadino a poche ore dalla tappa del tour tra i quartieri dell’amministrazione a bussare alla porta del sindaco Emanuele Antonelli, consegnando un disegno tanto semplice quanto funzionale. «Ero stato presente ad un incontro qualche tempo fa su questo argomento -spiega l’autore, l’architetto Andrea Pellegatta- e allora ho provato a disegnare questo progetto, più semplice e meno costoso». In pratica nella nuova formulazione il sottopasso sarà una specie di prosecuzione di via Stoppani, in centro al quartiere, che passando sotto la ferrovia arriverà in via Sacro Monte e poi alla rotonda lungo il Sempione. Il tutto sfruttando quasi interamente la viabilità già esistente: niente nuova tangenziale nei campi e nessun esproprio.
Una versione del progetto che, dunque, rimarrebbe a quasi esclusivo utilizzo degli abitanti della zona, impendendo di fatto -o probabilmente anche per regolamento- l’attraversamento del traffico pesante e che permetterebbe alle casse comunali di risparmiare una montagna di soldi. «Il vecchio progetto costa poco meno di 6 milioni di euro e circa la metà dovrebbe arrivare dalle casse del comune» ricorda il sindaco Emanuele Antonelli che guarda quindi con favore la nuova proposta: «adesso dobbiamo valutare la fattibilità del progetto ma se i tecnici danno il via libera vi prometto che ve lo costruisco».
Una promessa che il quartiere spera di veder mantenuta. L’ultima volta che si parlò del sottopasso era febbraio. In quell’occasione l’ormai ex assessore Paola Reguzzoni presentò il progetto quasi esecutivo ma il quartiere bocciò sonoramente la proposta. Venne quindi promesso un nuovo disegno entro marzo, ma non se ne seppe più nulla. Almeno fino a quando un privato cittadino non ha deciso di bussare alla porta del comune.
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