Via Francigena: da Fidenza a Medesano

Una tappa bellissima e piena di sorprese per una natura da incanto. Scenari che ricordano le colline toscane e gli Appennini si avvicinano

Via Francigena: Fidenza - Medesano

Pilgrim house è davvero speciale. La tavola della cucina già alle 6 e 15 è imbandita è piena di ogni ben di Dio. Al caffè e latte si accompagna una torta fatta in casa, la spremuta, frutta, fette biscottate e marmellata. Mi fermo qui, ma la colazione è di quelle ricche e buone.

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La casa di Luca è molto calda, curata in ogni particolare con tanti mobili costruiti da suo papà. Su tutto campeggiano foto e libri. È il cammino il protagonista assoluto sia negli scatti appesi un po’ ovunque, che nelle pubblicazioni anch’esse distribuite in vari spazi della sala.

L’ospitalità è un valore per il pellegrino e diventa una filosofia di vita. Quando ha saputo che sarei passato da Fidenza, Luca mi ha subito offerto di dormire da lui.
Ci siamo conosciuti diversi anni fa tra San Gimignano e Siena per un tour di blogger. Avevo partecipato con piacere perché volevo toccare con mano la via Francigena. E chi meglio del direttore, Luca coordina un piccolo gruppo di lavoro dell’associazione internazionale, del presidente e di alcuni amministratori per iniziare a scoprire lo stato dell’arte del più importante cammino italiano?

Furono due giorni intensi con tanti appuntamenti e anche una breve passeggiata fino a Monteriggiori. Non avrei mai immaginato di poterla percorrere tutta.

La tappa di ieri a Fidenza si è conclusa con una bella cena con il presidente Massimo Tedeschi. Si deve a lui lo sviluppo istituzionale della via Francigena. Quando era sindaco nel 2001 provò a convocare i 150 sindaci dei paesi e città da cui passa il cammino. Risposero in trenta, ma il primo passo era fatto. La sua passione, la lungimiranza, la capacità organizzativa e progettuale hanno poi fatto il resto.

“La nostra vera intuizione fu fondare un’associazione internazionale e non solo italiana. Far riconoscere la via Francigena come itinerario di valore culturale a livello europeo ha permesso di entrare dalla porta principale. Fino a qualche anno fa l’interesse era molto ristretto. Ora invece stiamo vivendo una fase di crescita davvero incredibile”.

Massimo Tedeschi dopo aver fatto il sindaco di Fidenza è stato parlamentare per una parte di legislatura una decina di anni fa e poi è diventato sindaco di Salsomaggiore dove lavorava come ingegnere. Da un anno è in pensione e oltre alla passione politica, si dedica moltissimo alla Francigena.

“Ci stanno chiamando ovunque e l’interesse è alto. Sere fa guardando la fiction di don Matteo sono rimasto a bocca aperta quando “Terence Hill” ha raccontato cosa fosse la via Francigena. Se il messaggio passa in TV in un telefilm per il grande pubblico significa che c’è un grande interesse. Ma questo lo vediamo dai pellegrini di ogni genere che ci contattano. In un anno sono state distribuite solo da noi oltre diecimila credenziali. Ora con la nuova guida di Terre di mezzo, che presenteremo a Roma, abbiamo finalmente anche una pubblicazione che segue un percorso ufficiale. In inverno verrà poi tradotta in inglese e anche questo farà aumentare l’interesse”.

Starei tutta la notte ad ascoltare e scoprire storie e aneddoti, ma la sveglia suonerà davvero presto e così ci si saluta sicuri che ci rivedremo presto. Sicuramente a Varese per Glocal.

Uscire da Fidenza dà subito un’idea di come cambierà il paesaggio da qui alla Cisa. La campagna piatta e brulla lascia spazio alle prime colline e la tappa si presenta bene dall’inizio.

Il racconto di Luca si rivela corretto, ma il mio stupore e meraviglia è forte perché dopo aver superato un paio di chiese degne di attenzione (la prima dedicata a Thomas Beckett, arcivescovo di Canterbury e la seconda a Siccomonte) in circa tre ore ho raggiunto Costamezzana.

Oliviero gestisce il bar trattoria Lo scoiattolo dal 1990. È amico della Francigena e dei pellegrini. Lo si riconosce subito perché arriva da me con il timbro e un’agenda dedicata a chi passa di lì. Finora si sono fermati da lui 458 persone nel 2016.
“Negli ultimi tre anni il numero delle persone che si fermano qui è raddoppiato”.

A Costamezzana c’è anche un ostello e il piccolo paese ha fatto l’abitudine ai pellegrini. Oliviero ha messo anche il Wi-Fi per chi volesse connettersi.

Appena si supera la collina che porta a Cella, si resta a bocca aperta. La terra diventa un angolo di Toscana o di Marche. Ampie colline con i covoni di fieno a far da arredamento a un paesaggio incantevole. Si cammina per oltre un’ora dentro questo scenario.

La sosta a Cella presenta una brutta sorpresa e una buona. La prima è che la trattoria, unico locale rimasto attivo, è chiuso per riposo. Così mi ritrovo a mangiare l’ultimo panino vuoto del Mulino bianco, comprato dieci giorni fa durante la discesa dal Gran San Bernardo (sapevo mi sarebbe tornato utile) e una pesca. La buona notizia è il parco giochi gestito dalla Pro Loco. Una meraviglia incredibile con tanto di fontane, servizi igienici e giochi di ogni genere. Viene da chiedersi quanto lo useranno, ma oggi sono riusciti a farmi sentire un re.

La ripresa è più faticosa. È tornato il caldo e mi aspetta pure una salita. Una cosa da niente, cento metri di dislivello, ma alla una e con 37 gradi il sole fa sentire tutta la sua energia. Così metto la ridotta, punto bene le bacchette e salgo prima arrancando un po’ dopo invece con mia grande sorpresa tirando bene fino in cima.

Lassù vengo subito ripagato perché lo scenario è ancora quello di prima, ma ancor più bello perché i. Fondo si intravedono bene gli Appennini che mi aspetteranno nelle ultime tre tappe da qui a venerdì.

Ormai si tratta solo di metterci la giusta volontà e in un’ora e mezzo sono a Medesano. Prima questo paesone di diecimila abitanti era solo un nome su una mappa. Da oggi è qualcosa di più. Mi hanno anche invitato a portare la testimonianza alla serata di lancio della fiera, ma temo dovrò declinare perché sono stanco e domani si riparte all’alba.

Dormo all’ostello all’interno dell’oratorio. Uno spazio bello, attrezzato con semplicità ma con tutti i comfort per i pellegrini. Che poi significa una bella doccia, letti puliti ( e stanotte ci sono anche le lenzuola), un bagno decente e uno spazio per lavare e stendere la propria biancheria. A Medesano tutto questo è sopra il nove e costa solo un’offerta per l’oratorio.

Non dormirò solo perché è arrivato Silvio, un professore di matematica e fisica al liceo di Venezia. Ma stasera parleremo di altro e non di formule, anche se mi piace pensare a come cambino le vite quando si sceglie di fare un cammino.

È sempre molto caldo e le cicale danno il meglio di se.

Ho fatto bene a spezzare le tappe fini a Cassio. In pratica di due ne ho tirate fuori tre. E domani dormirò a Sivizzano altro posto a me ignoto.

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Pubblicato il 12 Luglio 2016
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