Preso a calci e strangolato, così Emmanuel ha ucciso “Ozzo”
Emergono ulteriori e brutali particolari dall'interrogatorio nei confronti dell'ivoriano di 21 anni che ha ucciso Claudio Silvestri una settimana fa. Per ucciderlo avrebbe usato la cintura della vittima

«Non è possibile che io abbia fatto una cosa del genere». Si dispera Emmanuel Djakourè, l’assassino di Claudio Silvestri che ha strangolato e derubato nella sua casa di Jerago con Orago. Davanti al giudice per le indagini preliminari Patrizia Nobile, al sostituto procuratore Nadia Calcaterra e all’avvocato Milena Castagna ha retto alle domande per circa un’ora poi è stato colpito da una crisi di disperazione.
L’interrogatorio di garanzia dell’ivoriano arrestato martedì sera si è svolto questa mattina in carcere a Busto Arsizio ma non ha chiarito i dubbi degli inquirenti circa le modalità con cui ha strangolato il povero 41enne. Djakourè ha confermato di essere salito in auto con la vittima nella serata di giovedì e ha aggiunto di aver colpito Ozzo non appena i due hanno varcato la soglia di casa, particolare che non coinciderebbe col fatto che Silvestri sia stato trovato in parte svestito.
Djakourè avrebbe anche modificato la versione iniziale nella quale ha sostenuto di aver ucciso il Silvestri a mani nude, spiegando di aver utilizzato la cintura dei pantaloni della vittima e di aver sferrato anche alcuni calci al volto.
L’impressione degli inquirenti è che il ragazzo non abbia raccontato l’esatta dinamica, forse perchè troppo spaventato da quello che ha fatto e non si esclude un nuovo interrogatorio una volta che la situazione psichica del giovane avrà ritrovato un equilibrio. Per il momento, a causa del rischio di un possibile gesto estremo, rimane sorvegliato h24 dagli agenti della Polizia Penitenziaria.
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