“Ospedale unico e Del Ponte: oltre agli slogan cosa c’è?”
Il segretario regionale del Pd Alfieri solleva dubbi in merito alle scelte strategiche di Maroni in campo sanitario. Un presidio unico tra Busto e Gallarate ben venga, ma con un progetto vero
«Non siamo contrari per principio all’ospedale unico, ma chiediamo chiarezza e non slogan» Alessandro Alfieri segretario regionale del Pd, interviene in merito all’idea del presidente Maroni di unificare i presidi di Busto e di Gallarate: « Un progetto come quello ipotizzato non costerebbe meno di 200 milioni di euro e sorgerebbe vicino a quello di Legnano inaugurato nel 2012. Vorremmo capire dove sono i soldi per questa innovazione che, a livello di razionalizzazione di risorse e valorizzazione delle eccellenze , ci vede favorevoli. Ma vogliamo idee certe e non proclami».
A far dubitare delle realtà volontà della giunta regionale sono innanzitutto i 16 milioni di euro deliberati il 2 agosto scorso per interventi sui due plessi: «I 4,8 milioni di euro stanziati dall’accordo quadro sull’edilizia sanitaria per il pronto soccorso e la rianimazione di Gallarate sono necessari ma gli altri 11 milioni fanno parte di opere di potenziamento o rinnovamento tecnologico: 5,3 milioni per l’adeguamento strutturale e impiantistico di Busto ancora da avviare e 5,7 per la ristrutturazione del padiglione polichirurgico di Gallarate in fase di esecuzione. Chiediamo solo chiarezza anche per il destino dei complessi ospedalieri inseriti nelle due città: ci sono troppi esempi di aree dismesse abbandonate per gli elevati costi legati alla bonifica. Quali progetti ci sono? Potrebbero essere sfruttati per attuare la riforma come poli socio sanitari e assistenziali? Ricordiamo che nel sud della provincia si lamenta la carenza di letti di riabilitazione».
Alessandro Alfieri e il Pd temono che si stia facendo propaganda puntando solo sul mattone senza una visione strategica reale: «Ben venga un solo presidio che valorizzi le eccellenze, integrato, però, nel territorio in cui insiste, in collegamento cioè con Varese e Legnano oltre che con la rete regionale, senza duplicazione di alte specialità».
La sensazione è resa più forte considerando la storia del polo materno infantile di Varese: «L’ospedale Del Ponte di Varese è un esempio. Si sono investiti 40 milioni di euro e ancora oggi non ci sono notizie sul personale, i servizi, le attività che verranno potenziate. Quali offerte verranno fatte al personale specialistico per venire a Varese? Si sa unicamente che la cardiologia pediatrica rischia di indebolirsi, i bambini vanno ancora avanti e indietro in ambulanza al Circolo per le visite specialistiche. La scelta di regione Lombardia di investire sul Buzzi come polo di riferimento materno infantile temo che vada letta come la pietra tombale del presidio varesino. Se non ci saranno investimenti seri a Varese su professionalità e specialità il progetto sarà fallito».
Quanto alla Riforma, approvata da oltre un anno ed entrata in vigore nel gennaio scorso, il PD ha deciso di avviare un forum con gli operatori sanitari di tutte le province per capire a che punto si è arrivati: « La nostra impressione è che il complesso risiko dei nuovi accorpamenti abbia portato solo problemi ai lavoratori»
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