Cinquantamila euro, escort e night club per un appalto da 2,3 milioni

Sarebbe del 2,5%, circa 50 mila euro, la tangente che – secondo quanto ricostruito dalla Dda di Milano nell’inchiesta su ‘ndrangheta e sub-appalti di opere pubbliche in Lombardia – Davide Lonardoni avrebbe intascato insieme al suo braccio destro Massimo Martinelli, per aggiudicare l’appalto da 2,3 milioni di euro all’interno del cantiere della ferrovia che collegherà i due terminal di Malpensa alla Titania di Pierino Zanga.

L’ingegnere saronnese di Nord Ing, società di Ferrovie Nord, avrebbe fatto pressioni su Itinera (società del Gruppo Gavio, che è anche azionista di Ferrovie Nord, ndr) a cui sono stati affidati i lavori da 115 milioni di euro per la realizzazione del collegamento ferroviario all’interno dell’aeroporto di Malpensa.

La ricostruzione degli inquirenti di questa vicenda di corruzione è molto meticolosa e passa attraverso il racconto che i protagonisti ne fanno al telefono. Uno spaccato inquietante di come vengono affidati i subappalti di opere pubbliche e che fa emergere come i ribassi d’asta vengano artefatti in base alle conoscenze che imprenditori e intermediari possono vantare.

In questo caso, addirittura, la pressione dell’imprenditore Pierino Zanga, anche lui arrestato lunedì, su Ferrovie Nord e di Martinelli su Itinera arriva al punto che un’impresa nata pochi giorni prima dalle ceneri di un’altra (la Aveco), senza i necessari titoli per poter ottenere un appalto di quel tipo (non era in possesso della SOA), possa vincere una gara anche se non ha presentato l’offerta più conveniente.

Zanga, in questo caso, è deciso a prendersi il lavoro solo per se stesso e fa fuori anche coloro che – secondo la Dda – farebbero parte del cartello di imprese che si alternava nei cantieri delle opere pubbliche lombarde e cioè i vari Salvatore Piccoli e Venturino Austoni.

Per ottenerlo organizza cene con Lele Mora (che farà assumere anche il cognato in Nord Ing) e alcune escort, alle quali partecipa lo stesso Lonardoni insieme a Martinelli. Da ottobre 2014 a febbraio 2015 la triangolazione è costante e continua. Ad una telefonata di Zanga a Martinelli corrisponde una di Martinelli a Lonardoni e così i due principali protagonisti non parlano mai direttamente al telefono.

Ad “affare” concluso gli investigatori intercettano una conversazione tra Piccoli e Antonioli, rimasti a bocca asciutta nell’affidamento dell’appalto in cui rivelano che Lonardoni avrebbe preso il 2,5%: “Avviciniamo Lonardoni e diciamogli che deve darci i soldi della tangente che gli ha pagato Zanga”.

Anche Zanga si tradisce al telefono con Martinelli in una conversazione di marzo 2015 in cui dice “però devi fare una cosa, devo recuperare quei 50 là”, i 50 mila euro che corrisponderebbero al 2,5% dell’ammontare dell’appalto. Dei soldi che Zanga dà regolarmente ai due ne parlano nei mesi successivi anche in un’intercettazione in auto in cui Martinelli parla apertamente di soldi pagati da Zanga.

E alla fine di ogni affare che si rispetti Zanga chiama a raccolta i due per festeggiare con serate a base di cena al ristorante, escort e night club.