Meo Sacchetti e il suo basket ospiti al Twiggy

Domenica prossima, 23 ottobre, la Enel Brindisi sarà ospite della Openjobmetis a Masnago per la quarta giornata della Serie A di basket. Una data speciale per i tifosi di lunga data, perché quel giorno avranno l’opportunità di tributare il solito, lungo applauso a Romeo Sacchetti, grande ex di turno, che da quest’anno allena la formazione salentina.

Il popolare Meo però farà capolino in città, pubblicamente, anche il giorno precedente: sabato 22 (ore 18,30) al Twiggy di Biumo Inferiore l’allenatore sarà presente di persona per presentare la sua autobiografia. Da qualche settimana infatti è uscito il volume dal titolo “Il mio basket è di chi lo gioca”, redatto a quattro mani insieme al giornalista sardo Nando Mura da cui è tratto il passo sottostante.

«La grande Ignis è stato uno dei miti della mia gioventù. Ricordo di quando a Novara, poco più che ragazzino, trovavo non so dove i soldi per andare a Varese con gli amici a vedere quello squadrone che giocava contro il Real di Madrid e l’Armata Rossa di Mosca».

Nato ad Altamura in un campo profughi, la vita di Meo non è stata sempre facile; orfano di padre, Sacchetti ha dovuto farsi largo per trovare il proprio posto nel mondo della pallacanestro nazionale. «La vita molto presto mi ha detto “arrangiati”» è una delle frasi pronunciate da Sacchetti nell’autobiografia pubblicata da Add Editore, una delle tante in cui emerge la carica umana di un grande personaggio che a Varese ha lasciato il segno, pur senza – ahinoi – vincere alcun trofeo con le maglie di DiVarese e Ranger.
A chiacchierare con Sacchetti, tra l’altro, è stato chiamato l’uomo che era presidente della Pallacanestro quando Meo venne acquistato dalla Auxilium Torino, ovvero Toto Bulgheroni. Come dire: una leggenda tira l’altra.