“Mi hanno messo in ginocchio, devono pagare”
Marco Pioppi, che per primo denunciò il sistema della cooperativa Primavera i cui vertici sono stati condannati, ora chiede 500 mila euro di danni: "Mi tolsero lavoro e dipendenti"
«Ora che il sistema della cooperativa Primavera è stato svelato e certificato, ho intenzione di portare tutti i protagonisti di questa vicenda in tribunale e ottenere il risarcimento che mi spetta per i danni personali che ho quantificato, tramite i miei legali, in 500 mila euro».
A dirlo è Marco Pioppi, colui che nel 2007 denunciò pubblicamente attraverso una puntata di Report dedicata alle cooperative, come la Primavera riuscì a sottrarre l’appalto per l’assistenza socio-sanitaria all’interno della casa di riposo Bernacchi di Gavirate, alla cooperativa Arcobaleno 2002.
A causa di quell’appalto perso nel 2005, infatti, Pioppi dovette chiudere la cooperativa perchè senza più lavoro e senza nemmeno i lavoratori che furono “costretti” a passare alla Primavera per non perdere il posto. Da quel momento ha dovuto attendere che la giustizia facesse il suo corso. Più di dieci anni dopo è arrivato quello che definisce «il momento in cui la giustizia mi ha dato ragione».
Nelle settimane scorse, infatti, la Guardia di Finanza ha terminato l’opera di quantificazione della truffa allo Stato perpetrata dai dirigenti della cooperativa gallaratese che – per eliminare la concorrenza e accaparrarsi gli appalti – falsificava i cedolini delle buste paga dei soci lavoratori.
I militari hanno accertato un’evasione Irpef effettuata dalla cooperativa per 1,4 milioni di euro, un evasione di ritenute fiscali non operate e non versate nei confronti dei lavoratori per circa 350.000 euro e suna segnalazione all’Ente competente per un’evasione contributiva per 1,5 milioni di euro.
Pioppi ci tiene anche a fare un appello a tutti gli imprenditori onesti, non solo nel campo cooperativistico, che «è necessario denunciare per distruggere il sistema corruttivo – e conclude – io ho resistito alle telefonate anonime e alla paura perchè sono convinto che chi sbaglia deve pagare».
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