Nutrie “a passeggio” alla Schiranna

Un lettore ha pubblicato una foto in Oggi nel Varesotto. In alcune zone della Lombardia è già vera emergenza. L'assessore all'agricoltura Fava: "Se non riusciremo ad eliminare 300 mila capi all'anno, avremo numeri sempre crescenti"

Avarie

La foto di una nutria che con le zampe tiene un ciuffetto di erba e se lo rosicchia. L’ha pubblicata nel nostro gruppo Oggi nel Varesotto Roberto M. con la didiscalia “Un bellissimo incontro in zona Schiranna”. I commenti alle foto non sono propriamente entusiastici, trovarsi in mezzo ai piedi una nutria può non essere gradevole: sono una via di mezzo tra un castoro e un grosso topo (la coda è proprio quella di un ratto) e può arrivare a pesare anche 17 chili.

Si nutre principalmente di parti vegetali e preferisce le radici, i tuberi e i rizomi (vedi Wikipedia) ma nelle regioni dove è stata introdotta si ciba di qualsiasi coltura disponibile. “Ad elevate densità di popolazione riduce drasticamente la presenza di piante acquatiche, danneggia dighe e sistemi di irrigazione ed inoltre fa irruzioni in risaie e altre colture”, spiega Wikipedia.

No, non è “velenosa” come qualcuno nel gruppo su Facebook azzarda, ma non è una specie autoctona e quindi va tenuta sotto controllo.
In molti hanno avvistato le nutrie nel lago di Varese: il numero è ancora limitato ma ci sono zone della Lombardia dove invece il “fenomeno” ha già le dimensioni di una vera e propria emergenza ambientale.
Regione Lombardia è pronta a convocare un tavolo di emergenza sulle nutrie. In tutto il territorio le situazioni più difficili sono nell’area fra Mantova e Cremona e dunque la priorità sarà per il territorio dell’Ats Valpadana, con tutti i sindaci e gli enti locali chiamati ad assumersi le responsabilità di un’azione congiunta, immediata ed efficace”. Lo ha detto Gianni Fava, assessore all’Agricoltura della Lombardia, intervenendo all’incontro sul tema delle nutrie, ad Acquanegra sul Chiese.

“La nutria è un problema non solo per gli agricoltori, ma anche di tipo sociale, sanitario, di tenuta idraulica e di sicurezza stradale” ha detto Fava che già oggi chiederà al collega Massimo Garavaglia, assessore all’Economia, Crescita e Semplificazione di Regione Lombardia, la disponibilità di fondi per contrastare il fenomeno. “Con una popolazione di nutrie stimata in difetto circa 2,3 milioni di capinon c’è più tempo. Se non riusciremo ad eliminare 300 mila capi all’anno, avremo numeri sempre crescenti, perché non ci sono antagonisti in natura in Pianura Padana“.

Carine sì, le nutrie quindi ma bisogna limitarne la riproduzione. Fanno compagnia al siluro e al gambero della Louisiana: li accogliamo volentieri, ma senza esagerare.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Febbraio 2017
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