Giornata dei Giusti, tanti appuntamenti per celebrarli

Il 6 marzo tante iniziative previste in città per la giornata europea che vuole valorizzare la "memoria del bene": previsti spettacoli, mostre e un corteo

giornata europea dei giusti

Busto Arsizio celebra la Giornata europea in memoria dei Giusti, che ricorre il 6 marzo, con una serie di appuntamenti significativi. La Giornata, proposta in Italia dalla Fondazione Gariwo, è stata istituita nel 2012 dal Parlamento europeo raccogliendo l’appello lanciato in tutta Europa da intellettuali, uomini di cultura, politici, semplici cittadini, per valorizzare la Memoria del bene.

In particolare, l’Associazione Amici di Angioletto e l’ANPI, sezione G. Castiglioni, propongono, sotto l’egida della Casa del Novecento, una serie di eventi, legati dal titolo “E se invece di sassi lanciassimo armonia? – I genocidi del XX secolo: la scelta possibile. L’esempio di chi ha fatto la giusta scelta”.

Lunedì 6 marzo alle 9.00 al Teatro Sociale, dopo il saluto delle autorità, è in programma l’esibizione del coro del Liceo musicale Candiani Bausch, diretto dal maestro Andrea Cappellari. Raffaele Mantegazza, docente dell’Università Bicocca, terrà poi una lectio magistralis sul tema “Educare allo sterminio. il ruolo della pedagogia nella creazione dello sterminatore silenzioso”. La conferenza sarà aperta alle scuole e alla cittadinanza. Gli studenti del Liceo coreutico Candiani Bausch proporranno infine una  coreografia a tema.

Alle 11.30 prenderà il via un corteo, “In cammino con i Giusti”, animato da performance degli studenti del Liceo Candiani Bausch, che da piazza Plebiscito raggiungerà piazza Trento Trieste e l’aula Ali della Libertà dove, alle 12.00, si svolgerà l’inaugurazione della mostra. “I genocidi del XX secolo”, a cura del Memorial de la Shoah di Parigi. La mostra propone un approccio comparato ai tre genocidi riconosciuti all’unanimità come tali: il genocidio degli Armeni dell’Impero ottomano, il genocidio degli Ebrei d’Europa e quello dei Tutsi in Ruanda. Si tratta di una proposta a vocazione didattica che offre a tutti i visitatori gli strumenti per comprendere i processi politici e culturali che hanno portato alla distruzione programmata di un popolo. Uno strumento di vigilanza per il presente e per il futuro. La mostra sarà aperta fino al 6 aprile con i seguenti orari:  martedì/ giovedì dalle 16.00 alle 18.00.

Per le scuole saranno organizzate su prenotazione (associazioneangioletto@gmail.com) visite guidate e laboratori di storia sul tema a cura del docente ricercatore Marcoandrea Spinelli. A completamento del percorso, il 27 marzo, un incontro con Salvatore Borsellino, dal titolo “I Giusti contro le mafie” a cura degli Istituti Olga Fiorini, che si svolgerà al teatro Sociale, alle ore 10.30.  E’ importante sottolineare la collaborazione agli eventi del Centro permanente di promozione della legalità della provincia di Varese, delle scuole (Licei Candiani Bausch, Istituti paritari Fiorini, ISIS Facchinetti e Liceo Scientifico Arturo Tosi) e dell’associazione Figli della Shoah, Milano.

Sempre lunedì 6 marzo, ma alle 16.00, il sindaco Emanuele Antonelli, il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Busto Giuseppe Brazzoli, il Comitato Amici del Tempio civico e la dottoressa Anna Maria Hábermann si ritroveranno in ospedale davanti alla targa che ricorda il dottor Aladár Hábermann che si trova nell’aiuola situata di fronte al padiglione della Neurologia per un breve ma intenso momento di commemorazione. Sarà un modo per ricordare tutti i “Giusti” che si sono opposti ai totalitarismi. Come si ricorderà, il Dr. Hábermann, nato nel 1904 a Csátalja, era ebreo, ma, benché convertito, fu perseguitato dalle leggi razziali. Salvò decine di persone ricercate dai nazifascisti, come scrive la figlia: “nello stesso periodo in cui la sua famiglia veniva perseguitata in Ungheria e poi sterminata dai nazisti, il Dr. Hábermann – coadiuvato validamente dalla moglie Rosa e dal fratello di lei, Mario De Molli – aveva costituito in Italia una rete clandestina di “salvatori di vite”, riuscendo a sottrarre alle persecuzioni nazifasciste più di 50 fra partigiani e perseguitati politici, e parecchi ebrei, sia italiani che stranieri. Grazie a questi meriti civili egli ricevette l’agognata cittadinanza italiana dal presidente Einaudi nel 1951, epoca in cui non era facile per uno straniero divenire italiano”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Marzo 2017
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