Saliremo sulla Torre Robbioni ai Giardini, via al restauro
Costerà 150mila euro e sarà finanziato con il progetto regionale Cult city. Partito il progetto preliminare
E’ iniziata l’operazione per dotare Varese dei Belvedere più interessanti, per garantire a cittadini e turisti le vedute paesaggistiche migliori. Dopo il belvedere al Borgo Penasca di San Fermo, la giunta ha presentato il progetto preliminare per il restauro della Torre Robbioni, che in sostanza è nota ai cittadini come la torretta di Villa Mirabello, ai Giardini Estensi.
Il Comune la incorporò nel parco nel 1886, anno di acquisizione della villa Mirabello. L’architetto Valeria Marinoni del Comune ha eseguito alcune ricerche sull’immobile per trovare delle descrizioni o planimetrie originali, ma si è trovata di fronte alla mancanza dei documenti più antichi. Dunque non sappiamo in che anno venne costruita, ma sappiamo però che cosa si debba fare per garantire ai cittadini la possibilità di salire sulla cima e guardare il panorama.
La situazione esterna della torre è buona, ma vanno risolti i problemi di staticità della scala interna, perché va aperta al pubblico. Vanno realizzate indagini materiche su scale e soletta. Gli intonaci presentano diversi strati di conservazione, in alcuni punti il dissesto è più marcato. Nella porta superiore vi sono i serramenti in legno originali.

(L’assessore De Simone)
Gli archetti superiori danno segnali di disgregazione e i frammenti vanno cadere sulla prima balaustra. Bisognerà quindi installare il ponteggio per effettuare tutti i lavori di progettazione in sicurezza. La torre fu fatta costruire dal Conte Robbioni, prima del 1840, e all’epoca non era collegata ai Giardini Estensi.
“Bisogna capire se le scale reggono – sottolinea l’architetto Marinoni- e quindi decidere quale consolidamento sarà coerente con l’aspetto del manufatto, un lavoro che andrà concordato con la Sovrintendenza dei beni culturali, si tratta infatti di un bene tutelato”.
“I belvederi di Varese per ora sono due – osserva l’assessore all’ambiente Dino De Simone – nel 2018 ci sarà l’apertura dei primi panorami”.
Soddisfatto l’assessore alla cultura Roberto Cecchi: “E’ un bell’intervento, che consente di vedere il paesaggio. Costerà 150mila euro, ma se negli anni scorsi avessimo fatto manutenzione ordinaria, sarebbe costato il 10 per cento in meno. La strada da seguire per il futuro è legato alla visibilità della città di Varese, ma se abbiamo più attenzione al patrimonio e lo manteniamo sempre in ordine, spenderemo di meno in futuro”. I fondi provengono dal progetto regionale Cult city.
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