Un convegno nazionale su disturbi neuro emotivi dei bambini
Al Teatro Carcano l’incontro organizzato dal Comune e dal Centro Psicopedagogico per la Pace ‘Curare con l’educazione’
Come è possibile affrontare i disturbi neuro-emotivi dei bambini e dei ragazzi anche con l’educazione, rafforzando l’iniziativa delle famiglie e delle comunità scolastiche e non solo l’intervento della medicina? Se ne discuterà domani, sabato 8 aprile, al convegno nazionale Curare con l’educazione. Come evitare l’eccesso di medicalizzazione nella crescita emotiva e cognitiva, organizzato dal CPP – Centro Psicopedagogico per la Pace e la gestione dei conflitti e dal Comune di Milano presso il teatro Carcano, in corso di Porta Romana 63, dalle ore 9.30 alle 17.30.
Nelle scuole italiane in dieci anni sono quasi raddoppiate le certificazioni di disabilità: in quattro anni triplicate le diagnostiche di DSA (disturbi specifici dell’apprendimento) e in tre anni sono dilagati i BES (bisogni educativi speciali). Il numero delle diagnosi psichiatriche nell’età infantile e adolescenziale è aumentato in modo esponenziale, con una crescita importante di quelle legate alla disabilità intellettiva.
Nelle scuole primarie si aggiungono spesso disturbi dello sviluppo e del linguaggio, un bambino su quattro ha un programma autonomo di lavoro e spesso viene affiancato da un insegnante di sostegno. Dietro a questi malesseri neuro-emotivi si nascondono spesso anche problemi educativi. Mancanza di regole educative chiare, discrepanza sostanziale tra padre e madre nella formazione dei figli, mancato sviluppo delle autonomie all’età prevista, sedentarietà indotta e mantenimento di fusionalità simbiotiche sono fra le situazioni più diffuse e in aumento nelle famiglie italiane. Il convegno, che si rivolge a insegnanti, educatori, assistenti sociali, counselor, pedagogisti e genitori, ha l’obiettivo di far emergere possibili alternative alla medicalizzazione psichiatrica dei bambini e dei ragazzi.
“Pare che nel mirino di queste diagnosi e certificazioni ci sia proprio la differenza infantile e adolescenziale in quanto tale, come se la specificità evolutiva fosse diventata una malattia piuttosto che uno stato necessario della crescita. La vera emergenza è la disattenzione crescente nei confronti dell’educazione quasi che i bambini e i ragazzi possano farcela da soli senza un cantiere ben organizzato da genitori, insegnanti e adulti” ha spiegato il pedagogista Daniele Novara, fondatore del CPP – Centro Psicopedagogico per la Pace e la gestione dei conflitti, che dal 2009 propone il concetto di malattia dell’educazione per denotare tutti gli stati infantili e preadolescenziali di disagio e seria difficoltà da deficit educativi.
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