Commissari d’esame esasperati: “Non funziona nulla”

Primo giorno di prove per gli studenti del professionale impegnati con gli esami di qualifica. Il sistema informatico regionale va a singhiozzo e le griglie di correzione sbagliate

centro formazione professionale di luino 16 febbraio

Esami di qualificazione sempre complicati per i ragazzi dei centri di formazione professionale lombardi. Il calvario informatico che da venerdì scorso sta mettendo a dura prova i nervi di presidenti e commissari di esame, oggi, martedì 6 giugno, sta proseguendo sul fronte correzione.

Tra ritardi nella consegna delle tracce ed errori, nelle diverse sedi di esame lombardi i docenti stanno affrontando diversi disguidi: alle attese per la consegna delle prove d’esame da sottoporre ai ragazzi ( questa mattina sono state sostenuti i test di italiano, matematica e inglese) si sono sommati gli errori presenti nelle griglie di correzione.

All’inizio si riteneva che ci fossero problemi solo per matematica, poi si è verificato che tutte le griglie di valutazione contengono errori. I commissari stanno quindi procedendo alla valutazione cartacea che poi dovranno rendere digitale con il raddoppio de carico di lavoro.

Il sistema informatico centrale lombardo continua a fare le bizze e a funzionare con difficoltà, probabilmente per il sovraccarico: « Eppure le novità erano state messe a punto da tempo, avevano fatto tante prove. Per poi scoprire che ci sono falle» ha commentato esasperato un docente.

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 06 Giugno 2017
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Commenti

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    Scritto da Gianluca Ribolzi

    Fanno 18 ore di lezione la settimana e 4 mesi di ferie all’anno…anche se lavorano un po’di più di certo non si consumano…
    Se lavorassero almeno 36 ore la settimana come un normale operaio non avremmo problemi di mancanza di docenti nelle scuole…altro che assumerne altri…

  2. Avatar
    Scritto da Felice

    Volete sapere come funzionano le commesse per la realizzazione di software ad utilizzo del pubblico servizio? (parlo per esperienza)

    E’ molto semplice….si appalta la realizzazione di un software. Solitamente le imprese vincitrici sono quelle che hanno gli ingranaggi più oliati nel settore pubblico.
    Se quel software in un mercato normale costerebbe 5 verrà fatto pagare 50 con anni di giorni uomo addebitati sui conti pubblici (tanto i soldi delle tasse sono di tutti e di nessuno).

    Una startup o una giovane azienda di consulenza informatica con 5 giovani brillanti che codificano ed un project manager con le palle lo avrebbe scritto molto meglio, attenendosi ai requisiti di progetto, con framework e tecnologie moderne ed in 1/4 del tempo.

    Solitamente invece vengono ingaggiati mega-carrozzoni elefanteschi dove la maggior parte del tempo lo si passa in riunione con requisiti funzionali che cambiano di ora in ora. Si citano master plan, scrumm e sviluppo “agile” per poi uscire con un software alla belle e meglio che nemmeno ha superato la fase di quality assurance e certificazione.
    Ovviamente tale software deve essere compatibile da Windows 3.1 e successivi in quanto nel settore pubblico nessuno gli ha detto che siamo andati oltre a Windows XP. Quindi è inevitabile che tale software non sia efficiente e che presenti un sacco di malfunzionamenti nonché di falle di sicurezza.

    Alla fine gli utilizzatori reali (in questo caso i docenti) si trovano nelle mani un programma ancora in uno stato di avanzamento che potrebbe essere comparabile alla versione Beta-testing o Pre-release e dove loro stessi, involontariamente, devono fare da tester.

    Intanto tutti hanno mangiato la loro fettina di torta tranne ovviamente gli sviluppatori che hanno scritto il software in mezzo ad un milione di difficoltà, sviluppatori ovviamente neo-laureati e con contratti precari a brevissimo termine.

    Benvenuti nella regione di eccellenza dove il lavoro viene premiato (solo se sei dirigente e produci almeno 2 PowerPoint al mese per giustificare il tuo imbarazzante stipendio).

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