Milano partecipa alla Giornata Mondiale del Rifugiato

#WithRefugees: in mattinata visita agli ospiti di alcuni centri Sprar e nel pomeriggio incontro alla Triennale per la mostra “La Terra Inquieta”

Rifugiati migranti

Milano partecipa alla Giornata Mondiale del Rifugiato celebrata oggi in ogni parte del mondo per ricordare l’approvazione nel 1951 della Convenzione di Ginevra (relativa alla status di rifugiati), il trattato multilaterale delle Nazioni Unite che definisce chi è un rifugiato, quali sono i suoi diritti e quali sono le responsabilità delle nazioni che garantiscono l’asilo medesimo.

Milano attualmente ospita nei propri centri, secondo diversi livelli di accoglienza, circa 3.800 tra richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale, uomini, donne e bambini e circa 730 minori stranieri non accompagnati che sono giunti nel nostro Paese con gli ultimi flussi migratori e qui stanno ricostruendo un progetto di vita lontano da guerre, violenze e fame. Come segno di vicinanza verso queste persone, questa mattina i rappresentanti dell’Amministrazione hanno visitato alcune delle strutture di accoglienza del progetto Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), gestite dal Consorzio Farsi Prossimo: il centro “Casa Monluè” in via Monluè 65, un’abitazione privata dove abita una famiglia e il centro comunale in viale Fulvio Testi 302/A.

Nel pomeriggio alle ore 16 l’appuntamento sarà invece alla Triennale di Milano in via Alemagna 6 per visitare la mostra “La Terra Inquieta” che ricostruisce attraverso installazioni, video, immagini di reportage, materiali storici e oggetti di cultura materiale, l’odissea dei migranti e le loro storie individuali e collettive. Parteciperanno anche un gruppo di rifugiati inseriti nel progetto Sprar.

Questa sera la giornata terminerà con una cena organizzata da AirBnB a casa di una ‘host’ che sarà un momento di incontro tra la community di AirBnB e alcuni profughi milanesi per condividere esperienze e storie.

Una delle esperienze di accoglienza più significative realizzate dal Comune di Milano e dal Consorzio Farsi Prossimo è certamente l’ospitalità data ragazze e ragazzi, già detentori dello status di rifugiati, da parte di famiglie milanesi che hanno dato la propria disponibilità rispondendo al bando del Comune.

L’accoglienza in famiglia dura sei mesi, periodo in cui ragazze e ragazzi possono vivere un percorso di inclusione e affettivo speciale, un ultimo passo dopo la vita in comunità, prima di raggiungere l’autonomia.

Il progetto ha finora coinvolto una cinquantina di famiglie che sono state ritenute idonee a questa formula di accoglienza. Per raccontare come si vive un incontro di questo tipo, il Comune di Milano e il Consorzio Farsi Prossimo hanno realizzato un video con la collaborazione di alcuni milanesi che hanno aperto le proprie case ai giovani rifugiati.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Giugno 2017
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