Ospedale unico, “più debito pubblico e meno servizi”
Incontro con giornalisti ed esperti per raccontare l'intervento dei privati nel progetto dell'ospedale che sostituisce quelli di Busto e Gallarate

Il Comitato per il diritto alla salute del Varesotto organizza un incontro mercoledì 28 giugno, alle ore 21.00, presso la Cuac (Cooperativa Unione Arnatese di Consumo, via Torino 64 a Gallarate), «in difesa del diritto alla salute e alla cura, per il diritto dei cittadini e delle cittadine a essere informati e coinvolti in decisioni così importanti».
Ospiti saranno Luca Martinelli (giornalista), Angelo Barbato e Aldo Gazzetti (Forum per il diritto alla salute): «affronteremo il tema dell’ospedale unico, le conseguenze della chiusura dei presidi ospedalieri esistenti, perché è importante che la sanità resti pubblica e cosa può comportare l’intervento del privato col project financing, cosa prevedono le nuove delibere di giunta regionali in materia di cronicità».
«Mentre il rapporto Censis dice che 12 milioni di persone in Italia rinunciano a curarsi perché non possono pagare le spese sanitarie e che le liste di attesa sono sempre più lunghe, Maroni vuole chiudere gli ospedali di Gallarate e Busto Arsizio, per costruirne uno nuovo, unico, con l’intervento del privato (attraverso il project financing). Proseguendo il percorso di privatizzazione della sanità. È stato il Procuratore regionale della Corte dei conti del Veneto, nella relazione di inaugurazione dell’anno giudiziario, ad affermare che lo strumento del project financing non è generalmente adatto per le opere cosiddette “fredde” come gli ospedali, perché è una operazione a “debito” il cui importo va a incrementare il debito pubblico e che l’opera finisce per costare molto più del previsto aggravando il debito dell’ente pubblico». Secondo il Comitato, le conseguenze della scelta dell’ospedale unico saranno negative: «diminuiranno i posti letto, le liste di attesa saranno più lunghe, il pronto soccorso, divenuto unico, sarà ancora più intasato e meno capace di rispondere ai bisogni delle persone. La nuova costruzione farà sparire una delle ultime aree verdi ai confini di Gallarate e Busto Arsizio, quando invece, a tutela della salute, le aree boschive andrebbero aumentate per migliorare la qualità dell’aria».
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Ed infine, gravemente non indicato dai promotori, si andrebbero a sostituire due ospedali situati in posizioni più centrali e più facilmente raggiungibili col TPL in una struttura in un’area lontana (più lontana ancora) dalle stazioni ferroviarie e cmq più scomoda da raggiungere coi mezzi pubblici.