Sel su ospedale unico: “Nel protocollo d’intesa solo impegni generici”

Articolato comunicato del circolo bustocco. "Il rischio: un ospedale sovradimensionato, sacrificando ultimo polmone verde"

L\'area dove sorgerà l\'Ospedale Unico

Riceviamo e pubblichiamo l’articolato comunicato del Circolo Sinistra e Libertà di Busto

 

Ospedale Unico: non si fa sul serio.
Dal protocollo di intesa solo impegni generici.

Ospedale Unico sarà realtà o fantasia? Sorge qualche perplessità circa la proposta di un unico ospedale in comune tra Busto Arsizio e Gallarate, sia perché tale ipotesi è stata calata dall’alto senza che dal territorio fosse emersa una tale necessità, ma anche dall’analisi del documento siglato tra i vari attori (Regione, Comuni, ASST, ATS) che s’intitola semplicemente “Protocollo d’intesa finalizzato alla promozione di un accordo di programma per la realizzazione del nuovo ospedale di Busto Arsizio e Gallarate”.

Lo stesso titolo è di una vaghezza incredibile.
Il documento definisce gli impegni delle parti finalizzati alla promozione di un futuro accordo di programma che dovrebbe vedere la luce tra circa dodici mesi, elezioni regionali permettendo.
Non è detto che in caso di sconfitta della coalizione di centro-destra tali impegni saranno rispettati, né tanto meno in caso di vittoria, se non saranno reperiti fondi adeguati per la sua realizzazione (le cifre in gioco sono superiori ai 200 milioni di euro).
L’impegno sottoscritto dalla Regione è solo una valutazione della possibilità di finanziare l’opera.

Non siamo quelli del no comunque, ma questo sembra solo un progetto elettorale. Se resta così è grave offesa alle esigenze sanitarie della popolazione.

Sorge spontaneo il dubbio che sia solo una proposta atta a favorire un ritorno politico elettoralistico per il Presidente Maroni, giocato all’interno del suo collegio elettorale di riferimento.

Progettazione preliminare obsoleta.

La vera preoccupazione che sorge è se l’ospedale darà le risposte ai bisogni attuali ma soprattutto futuri della popolazione del bacino su cui insiste l’ASST.
Un’opera strutturale siffatta dovrà necessariamente avere almeno un orizzonte funzionale superiore ai cento anni.

Dal “Documento preliminare alla progettazione del nuovo ospedale” emerge invece più di una perplessità che tale opera nasca già vecchia come concezione e non sarà neanche rispondente ai modelli organizzativi che avrà la Sanità del prossimo decennio (intervallo indicativamente necessario per la realizzazione dell’opera).

L’ospedale 4.0 sarà il luogo dell’alta intensità di cura, dando per assodato il modello che porta invece sul territorio (sino a casa del paziente) la cura “ordinaria”.
Sarà il luogo delle migliaia di “cose” collegate in rete: dai sensori ai medical devices, dagli apparati in parte complessi legati alla diagnostica alle attrezzature in sala operatoria, sino ad arrivare in reparto e a bordo letto paziente. E’ la “casa” dei robot: dalla sala operatoria alla produzione di farmaci personalizzati, dal laboratorio di analisi al pronto soccorso, dalla distribuzione dei pasti al trasporto di merci. E’ il posto dove ingegneria clinica e information technology trovano finalmente un punto di convergenza, poiché le diverse tecnologie sono esse stesse a convergere.

Anche la gestione dei pazienti sarà differente, non più basata sul modello a dipartimenti, come proposti dal documento di progetto, ci saranno invece dei team medici multidisciplinari che seguiranno e personalizzeranno le cure al singolo paziente.

L’ospedale dovrà passare dal curare al prendersi cura con una continuità tra la fase di ospedalizzazione, con tempi sempre più brevi, e il territorio in cui si seguiranno sempre di più le funzioni ordinarie e le cronicità.

La nuova sanità non richiede strutture così grandi.

A questo punto viene da chiedersi:

  •   È realmente necessario vincolare un’area così vasta, come quella proposta, sacrificando definitivamente l’unico polmone verde presente tra Busto e Gallarate nell’area del Sempione;
  •   Il dimensionamento dell’ospedale è realmente adeguato alle future esigenze o non è sovra dimensionato, esempi in Lombardia di ospedali di nuova costruzione con un numero di sale operatorie superiori alle reali necessità ve ne sono.

    Se le strutture inadeguate sono a Gallarate, la soluzione non è privare il gallaratese del servizio sanitario.

    Una delle giustificazioni per la realizzazione della nuova struttura unica è che gli edifici dell’Ospedale di Gallarate sono inadeguati e un intervento di ristrutturazione/ammodernamento è difficile da realizzare ed è costoso.
    Tuttavia gli abitanti del Gallaratese hanno anche loro diritto a delle cure adeguate e in tempi congrui con la patologia della malattia.

    Come sarà garantito il diritto a un ricovero in emergenza urgenza di un paziente infartuato o soggetto a ictus che provenga dal lato più distante del territorio del gallaratese, stante il fatto che per poterlo salvare i tempi d’intervento devono essere inferiori a un’ora?

    Prima di decidere per il nuovo ospedale unico si deve fare il punto sull’offerta sanitaria dell’intero alto milanese, dal gallaratese al legnanese.

    Forse non si risponderebbe meglio ai bisogni dei malati organizzando un polo sanitario dell’Alto Milanese, differenziando sulle tre realtà, Busto – Gallarate – Legnano, le eccellenze in modo da non creare doppioni e al contempo offrire dei servizi di emergenza- urgenza più accessibili e rapidi?

    Pronto soccorso non si scherza con la vita.

    Un pronto soccorso unico con più di centomila accessi l’anno, anche se più funzionale, non risolverebbe il problema della congestione e dei tempi di attesa biblici, senza la progettazione di un nuovo processo per la gestione dei codici verdi e bianchi che esternalizzi tale attività dal reparto di emergenza.

    Prima di parlare di Nuovo Ospedale si risolvano le inefficienze croniche della sanità bustese, code e tempi di attesa per primi.

    Il documento di progetto non dice nulla su un’eventuale riduzione delle liste di attesa, ora per alcune analisi ambulatoriali si hanno tempi di attesa superiori al doppio dei tempi garantiti dall’ASST di Varese, attendiamo di ricevere nel prossimo futuro delle informazioni su come s’intenda intervenire su questo fronte.

    Riteniamo che i cittadini che si rivolgono al SSN abbiano il diritto di avere dei tempi per le prese incarico analoghi a coloro che usufruiscono delle varie forme sanitarie private.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Settembre 2017
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