Inquinamento da arsenico, l’archiviazione non cancella il rischio
L'associazione Amici della Terra chiede controlli sulla valle della Bevera dove si lavora alla conclusione della Arcisate Stabio. Bortoluzzi: «Varese, un silenzio inspiegabile »
«L’archiviazione chiesta dal Pubblico Ministero sul caso delle terre di scavo inquinate da arsenico non cancella il pericolo di inquinamento delle falde acquifere e anzi la parte conclusiva della sentenza del Tribunale di Varese sottolinea questo pericolo e chiede che la situazione sia attentamente monitorata».
L’Associazione Amici della Terra sul problema delle terre di scavo della ferrovia Arcisate Stabio non solo non si arrende dopo la richiesta di archiviazione del Tribunale di Varese, ma rilancia con forza la richiesta (avanzata da tempo) di sedere al tavolo di coordinamento sui lavori della ferrovia.
Lo hanno ribadito in una conferenza stampa ad Arcisate il presidente dell’Associazione, Arturo Bortoluzzi, e il vicepresidente Silvio Valisa, che hanno scritto due lettere – una al sindaco di Varese Davide Galimberti e una ad Aldo Colombo, dirigente dell’Unità organizzativa per le infrastrutture ferroviarie di Regione Lombardia, inviate per conoscenza anche ai sindaci di Arcisate e Cantello, all’Arpa e alla Forestale.
«Galimberti non può fare a finta di niente – spiega Bortoluzzi – perché le sorgenti della Bevera alimentano gran parte dei pozzi da cui attinge l’acquedotto di Varese e se dovesse verificarsi un fenomeno di inquinamento da arsenico sarebbe una vera e propria bomba ecologica, con un impatto disastroso sulla città. Chiediamo che vengano eseguiti controlli ambientali, come stabilito da una sentenza del 2012, ma vogliamo anche sedere al tavolo dove vengono esaminati i vari aspetti delle fasi conclusive della realizzazione della Arcisate Stabio. Per quanto riguarda Varese ci domandiamo il perché di un anno di silenzio, ma ci chiediamo anche perché il Comune di Arcisate non abbia ancora aderito al Plis della Bevera. Vogliamo che Regione Lombardia ci risponda e dichiari in forma scritta perché la nostra associazione non può sedere a quel tavolo».
Infine l’associazione chiede all’Azienda per la Tutela della Salute di conoscere quali movimenti di terra siano avvenuti recentemente e quali indagini siano state effettuate da Arpa sulle risorse idriche.
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