Migranti, “dobbiamo superare la gestione affaristica, i Comuni facciano la loro parte”

La sezione dell'Anpi interviene nel vivace dibattito sulle modalità di accoglienza dei richiedenti asilo. Chiedendo un ruolo pubblico e una gestione che aiuti a superare razzismo e xenofobia

profughi

La sezione Anpi di Gallarate prende posizione sul tema della gestione dei richiedenti asilo, una questione che fa discutere non solo in Italia in generale, ma anche sulla città dei due galli, che ospita diversi Centri di Accoglienza Straordinari, Cas, gestiti da due diverse realtà con modalità differenti. In particolare nell’ultimo mese hanno fatto discutere le diverse proteste dei richiedenti asilo affidati alla Kb srl, in particolare quelli ospitati nel Centro di via Ranchet (qui un insieme di articoli). L’accoglienza dei richiedenti asilo e l’esame delle domande in Italia sono garantite sulla base del diritto di protezione sancito da norme internazionali, ma molto si sta discutendo sulle modalità operative, in particolare sulle diverse esperienze dei Cas e del sistema Sprar.
Riceviamo e pubblichiamo integralmente il comunicato

 

Migranti, gestione affaristica dell’emergenza e razzismo di basso profilo.

“…C’è un articolo della Costituzione, di solito poco ricordato (art. 2) che dopo il capitolo dei diritti, apre quello dei “doveri inderogabili di solidarietà“, in cui quell’aggettivo dà una forza particolare alle indicazioni della Carta. Se ne parla poco, eppure è un punto fondamentale del sistema ed un richiamo fortissimo alla nostra coscienza; ed anche rispetto alla vicenda specifica della manifestazione milanese, ci ammonisce che una manifestazione è utile e bella, ma non basta, se non è accompagnata da comportamenti quotidiani che obbediscano a ciò che ci impone la Costituzione. La solidarietà si può manifestare in mille modi e, certo, anche con una manifestazione, ma dobbiamo convincerci che l’accoglienza è qualcosa di più serio, complesso e difficile da gestire. Arrivano da tutto il mondo, talora a migliaia, persone che vengono da lontano, con bambini, donne, anziani. Hanno bisogno di assistenza, di aiuto, di sostegno materiale e morale. E’ un impegno a cui non ci possiamo sottrarre, anche se talora l’istinto ci spingerebbe a guardare da un’altra parte. Ma è proprio questa indifferenza, questo egoismo, talvolta addirittura non voluto, che bisogna vincere, e non solo un giorno, ma sempre. …”

(Carlo Smuraglia – ANPINews n. 258 – 26 settembre/3 ottobre 2017)

 

Scontate le riflessioni del Presidente Smuraglia, possiamo altresì affermare che a questo impegno non ci possiamo sottrarre anche perché il problema migratorio è stato generato dai paesi occidentali attraverso l’azione costante di rapina delle risorse primarie, dello sfrenato sfruttamento della mano d’opera delle popolazioni e delle aree del continente africano e asiatico. Tutto ciò avviene attraverso la sottomissione di interi territori anche con l’uso della forza e/o il sostegno di interminabili guerre generate allo scopo. Basti per questo porre in evidenza la testimonianza e la denuncia quotidiana di Emergency di Gino Strada.

Quando poi i profughi approdano sul versante sud dell’Europa, il problema dell’accoglienza diventa una patata bollente di cui nessuno si vuole far carico. L’Europa nel suo complesso attraverso i suoi organi istituzionali si è pronunciata più volte per una accoglienza con dignità e distribuita su tutto il territorio europeo. I risultati li vediamo. Tocca fino ad ora all’Italia, alla Grecia ed in parte alla Spagna accogliere e ospitare i profughi provenienti dal nord africa. Non solo. Anche nell’ambito italiano, nonostante gli appelli ad accogliere in modo distribuito i profughi, ben pochi degli 8000 comuni Italiani si è resa disponibile a ciò. Pertanto stante questa situazione la questione migranti diventa quindi un problema di ordine pubblico o poco più. Il ministero dell’interno italiano quindi attraverso le prefetture ordina la dislocazione dei rifugiati. A sua volta le prefetture attraverso accordi privati (CAS) smistano questi migranti nelle varie località, raggiungendo a volte concentrazioni territoriali insopportabili.

E qui il primo errore di fondo. La gestione deve invece procedere attraverso un accordo con le Amministrazioni Comunali che in sintonia con le prefetture accolgano e gestiscano i rifugiati (SPRAR). In proposito da sottolineare un appello del prefetto di Varese del luglio 2017 che invita i Comuni a fare la propria parte.

E’ il becero rifiuto a priori di alcune amministrazioni comunali a gestire l’accoglienza attraverso la modalità SPRAR che provoca l’intervento affaristico delle cooperative o privati in genere che si rendono disponibili alla gestione. E qui possiamo sottolineare per esempio l’inaccettabile gestione portata avanti della Cooperativa KB, che opera in diverse realtà della provincia di Varese.

Molte sono le proteste e denuncie per situazioni esplosive capitate a Somma Lombardo, Gorla Minore, Busto Arsizio, Uboldo, Samarate, Lonate Pozzolo e ora anche a Gallarate.

Inoltre è da sottolineare quanto dichiarato al Corriere della Sera del 4 agosto 2017 da Garavello, uno dei due titolari della cooperativa KB. Qui si parla di 65 dipendenti con un giro d’affari di 8milioni di euro e 2 milioni e 340mila euro di profitto (fatturato 2016).

 

Tutto ciò è inaccettabile !

 

Che il governo italiano riesca a farsi sentire negli ambiti europei affinché il fenomeno migratorio sia compreso nei giusti termini di accoglienza in tutto il continente europeo senza elevare muri di inqualificabile pregiudizio.

La gestione dei profughi sia per richiedenti asilo che per problematiche economiche, deve passare in mani unicamente pubbliche (SPRAR).

Facciamo appello a tutti i sinceri democratici affinché l’azione di convincimento attraverso il dialogo  porti a bandire ogni forma di razzismo e xenofobia.

Gallarate, 24 Ottobre 2017

Per il direttivo Anpi, Michele Mascella

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Ottobre 2017
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