Bivio (Moto Villa): “Altro che Emilia, la terra di moto siamo noi”
Secondo l'imprenditore in provincia di Varese dal 1900 ad oggi ci sono stati almeno 112 marchi di motociclette. «Solo a Casciago c'erano dieci officine che lavoravano per i grandi nomi, tra cui la Piaggio»
«All’Eicma sono venute centinaia di persone a trovarci, ma a colpirmi sono stati due ragazzi americani che quando hanno visto il marchio Moto Villa Italia hanno strabuzzato gli occhi. Conoscevano tutto della nostra storia». Marcellino Bivio, quando parla di moto, è un concentrato di passione e conoscenza profonda. E non potrebbe essere diversamente per un uomo che si muove in quel mondo da 53 anni, cioè da quando è nato.
La moto è un “vizio” di famiglia e fa parte di una narrazione che continua da generazioni, a partire da suo padre, che nonostante abbia superato da tempo i 70 anni è ancora in azienda. Le due ruote sono già nei suoi ricordi di bambino, quando a Casciago brillava una piccola costellazione di produttori, almeno dieci, indaffarati nelle loro officine a fare lavorazioni a regola d’arte. C’erano i battilamiera che lavoravano per la Vespa, i telaisti e i costruttori di ruote e raggi che rifornivano i grandi marchi italiani.
«Si parla sempre dell’Emilia Romagna come terra di moto e motori – sottolinea Bivio – ma in provincia di Varese dal 1900 ad oggi ci sono stati almeno 112 marchi di motociclette. Siamo stati un polo importantissimo dei motori e buona parte della filiera è ancora oggi, seppur con qualche difficoltà, rappresentata».
Moto Villa Italia, marchio acquisito nel 2012 dalla famiglia Bivio della Cross2R, partecipa al progetto della Camera di Commercio “Varese terra di moto”(l’acronimo è VATM) che ha riunito molti attori di questo comparto per dar vita a un’esperienza che guarda alla terra dei laghi come lo scenario ideale per sviluppare, accanto alla produzione motociclistica in senso stretto, un indotto legato al turismo, agli eventi, alla cultura e all’educazione stradale delle nuove generazioni.
«All’Eicma abbiamo fatto una provocazione – racconta Bivio – che dimostra la grande attenzione che c’è intorno a questo prodotto e al modo in cui lo si racconta. Abbiamo costruito in un solo mese una moto, 400 di cilindrata, che ha attirato l’attenzione di moltissimi addetti ai lavori, giornalisti e curiosi. Tutti volevano sapere se andava in distribuzione e dove potevano acquistarla».
Il caso ricorda un po’ il Cacao meravigliao di Renzo Arbore che da invenzione televisiva un po’ burlona divenne un prodotto ambitissimo ma introvabile nei bar e nei negozi perché di fatto non esisteva. Nel caso di una moto, come quella costruita “per sfida” da Bivio, andare sul mercato sarebbe impossibile per i costi di omologazione troppo alti. Un euro 4 o un pacchetto ABS sarebbero insostenibili per un piccolo imprenditore. «Potremmo sempre vendere il progetto in Asia» dice sorridendo Bivio, ben sapendo che oggi anche i cinesi se vogliono stare sui mercati europei devono puntare alla qualità.
«Da noi sono venuti tutti i pentiti che si erano riforniti di motori asiatici – spiega l’imprenditore – che costano quattro volte meno dei nostri, ma che non soddisfano il consumatore occidentale, abituato a ben altri standard di qualità». Alla Moto Villa Italia sanno bene che competere sui costi con i Paesi emergenti non è mai una buona scelta. Bivio ha preferito una nicchia di mercato, quella dei motori a due tempi (a presa diretta e a iniezione) e delle piccole cilindrate, dai 50 ai 125, motori che difficilmente in Cina vengono costruiti per il racing. «I nostri prodotti per il minicross e il minitrial hanno riscosso un bel successo e l’interesse di molte aziende. Insomma, siamo piccoli ma abbiamo un’ottima capacità progettuale».
Bivio collabora ancora con il mitico fondatore della casa motociclistica, Francesco Villa, che viene coinvolto nei progetti più importanti. «È un ragazzino di 84 anni con una mente lucidissima. I nostri prototipi li segue lui».
TAG ARTICOLO
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Tsilvia su La patente a 18 anni? "Non è più uno status symbol"
PaoloFilterfree su "La sanità pubblica è a rischio privatizzazione": la raccolta firme on line contro il taglio delle tariffe
elenera su La patente a 18 anni? "Non è più uno status symbol"
Felice su La patente a 18 anni? "Non è più uno status symbol"
Alessandra Toni su "La sanità pubblica è a rischio privatizzazione": la raccolta firme on line contro il taglio delle tariffe
lenny54 su "La sanità pubblica è a rischio privatizzazione": la raccolta firme on line contro il taglio delle tariffe
la classe politica che ha distrutto tutto questo in soli 30 anni andrebbe processata a Norimberga.
@Giorgio Martini Ossola
insieme agli imprenditori che hanno continuamente abbassato i costi del lavoro ed esternalizzato all’estero.
è come i sogni diventano realtà. moto stupefacente. e lo definisci così bene. Dopo aver letto questo articolo penso che tutti inizino a pensarci. Grazie per l’informazione