Meno treni e niente Passante, migliaia di pendolari a Porta Garibaldi e Cadorna
Nella sera del giorno di sciopero, migliaia di viaggiatori hanno preso d'assalto le due stazioni milanesi, anche a causa della ripresa "lenta" del servizio sulla linea Passante

Porta Garibaldi “invasa” dai pendolari, Cadorna dove quasi non ci si muoveva, lunghe attese e treni sovraffollati fino all’inverosimile. È lo scenario nella serata dell’8 marzo, per gli effetti dello sciopero del sindacato di base e per le relative riduzioni del servizio programmate da Trenord.
«Una situazione pesantissima» ci scrive un pendolare sulla tratta Milano-Gallarate. «Siamo almeno in duemila ad aspettare un qualsiasi treno verso Varese, Porto Ceresio, Luino, Arona, Domodossola». Un’ora di sovraffollamento documentata anche da altri viaggiatori che hanno inviato foto a VareseNews chiedendo conto dei disagi.
Com’è possibile che si crei una situazione del genere? Lo sciopero era dichiarato sull’intera giornata, Trenord ha previsto i cosiddetti “treni garantiti” nelle fasce di punta, quelle del mattino (6-9) e quelle della sera (18-21): anche in queste fasce però sono previste limitazioni al servizio.
In particolare molti pendolari hanno lamentato il blocco dei treni nel Passante: «Non c’è un solo treno» denuncia un pendolare di Saronno. Ed è vero che tutti i treni del Passante non c’erano: la ripresa del servizio avviene infatti sì alle 18, ma dai capolinea esterni alla metropoli. E questo significa che il primo treno della S5 per Varese – ad esempio – parte da Treviglio alle 18.10 e attraversa il centro di Milano solo un’ora dopo, intorno alle 19 (all’incirca l’ora del transito da Porta Venezia, Repubblica e Garibaldi). Allo stesso modo in direzione Saronno la prima corsa della S1 parte da Lodi alle 18.23 e quindi si presenta in centro a Milano dopo le 19. Risultato: al momento dell’arrivo della massa dei pendolari, i servizi nel Passante non erano di fatto ancora ripresi. Una situazione “normale” e prevista sulla carta, ma che di certo ha creato non pochi problemi.
Così migliaia di pendolari hanno preso d’assalto le stazioni di superficie di Milano Porta Garibaldi e Cadorna, con molte difficoltà. Alle previste riduzioni del servizio si è aggiunta anche qualche soppressione (ad esempio il 18.49 da Garibaldi diretto verso Arona o il Cadorna-Como delle 18.00 o quello delle 18.13), mentre molti dei treni garantiti hanno faticato a partire a causa del sovraffollamento che ha rallentato la chiusura delle porte. Il treno delle 18.06 per Luino è arrivato ad accumulare oltre 50 minuti di ritardo.

La nostra lettrice Elena ha avuto anche paura per i rischi del sovraffollamento in stazione a Cadorna: «Dopo le 18 quando hanno iniziato ad apparire i binari sui tabelloni la gente ha iniziato a spingere in direzioni opposte. Mi sono trovata in mezzo a due fiumi di persone compressa senza uno spiraglio. Ho pensato di venire travolta e calpestata, è stato un incubo. Le persone da dietro continuavano a spingermi avanti ma davanti a me due flussi si incrociavano perpendicolari e non riuscivo a fare breccia. Non so come sono arrivata al binario ma mi tremavano le mani e avevo il cuore che batteva all’impazzata. Se nessuno si è fatto male è un miracolo».

Molti lettori hanno anche polemizzato con le ragioni dello sciopero, che non è legato a rivendicazioni specifiche ma è stato proclamato dal sindacato di base nella Giornata Internazionale delle Donne.
Articolo aggiornato alle ore 19.00 di giovedì 8 marzo
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Non è più possibile tollerare questi continui scioperi con motivazioni da scuola superiore (la pace, la guerra, la crisi, le donne). Prima di tutto non si può pensare di paralizzare una città perchè i signorini ferrotranvieri devono sempre e comunque aderire a qualsiasi manifestazione di solidarietà.
In secondo luogo dovrebbe intervenire il prefetto di Milano ed incominciare a multare pesantemente i rappresentanti sindacali. Se reiterato, a tale diritto di sciopero devono prima di tutto corrispondere le responsabilità civili e penali.
Non è più accettabile che i soliti si permettano di mortificare il mondo del lavoro tenendo in ostaggio decine di migliaia di persone.
Vergogna!