Primo maggio: nel 21esimo secolo non si può morire sul lavoro
Mille persone sfilano per la città per festeggiare la festa dei lavoratori . “Rimettere al centro le persone e la sicurezza del lavoro”. Parole d’ordine che risuonano in ogni intervento a chiusura della manifestazione per il Primo maggio a Varese.
“Rimettere al centro le persone e la sicurezza del lavoro”. Parole d’ordine che risuonano in ogni intervento a chiusura della manifestazione per il Primo maggio a Varese.
I colori delle bandiere lungo le vie della città e in piazza Monte Grappa si sono mescolati a quelli del manifesto dell’iniziativa del sindacato con una bambina che con le mani sporche di pittura disegna un cuore.
La festa dei lavoratori ha portato in piazza un migliaio di persone. Tanti sindacalisti delle tre organizzazioni Cgil-Cisl-Uil, ma anche amministratori con il sindaco di Varese Davide Galimberti, il consigliere regionale Samuele Astuti, Daniele Marantelli, il segretario cittadino del Pd Luca Paris.
“La sicurezza è il cuore del lavoro” non è solo uno slogan, ma nel racconto di diversi esponenti sindacali diventa elemento vitale.

“Si può passare a infortuni zero e nella nostra azienda è successo – racconta dal palco Valentino Gavelli della Owens Illinois – perché la sicurezza è un obiettivo primario. Nel 21esimo secolo non è più accettabile che un lavoratore entri nel suo posto di lavoro e non torni più a casa”.
Il giorno di festa si colora però anche di sofferenza perché “ci sono troppe vittime sul lavoro. Tre morti al giorno è un dato inaccettabile in un paese civile e avanzato come il nostro. Tutto insieme dobbiamo lavorare e impegnarci per una cultura della sicurezza”.
Massimo Balzarini, segretario Cgil Lombardia, ha chiuso gli interventi dal palco di piazza Monte Grappa.
“Le morti sul lavoro non sono frutto della fatalità. Abbiamo un drammatico aumento degli infortuni quotidiani. Solo in Lombardia sono centomila all’anno e dipendono da precise responsabilità a partire dalla scarsa prevenzione. Tante tragedie sono evitabili come quella dove tre donne hanno perso la vita in treno mentre andavano a lavorare. Non scegliere è comunque una scelta drammatica. Dobbiamo batterci per i diritti a partire da quello sulla sicurezza del lavoro. Ci sono ancora troppi casi di sfruttamento. Dobbiamo essere fieri di tante nostre battaglie come quella del capolarato”.
Il segretario è entrato poi in alcuni temi classici del mondo del lavoro come la retribuzione, i tempi e la precarietà. “L’innovazione è al servizio dell’uomo e non della crescita a ogni costo perché questo non migliora la qualità della vita”.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Luca Marzoli su Svincolo della 336 chiuso: traffico in tilt tra Cassano e Busto. E chiude anche il casello di Gallarate
gianme su Svincolo della 336 chiuso: traffico in tilt tra Cassano e Busto. E chiude anche il casello di Gallarate
axelzzz85 su Ristorni dei frontalieri: la provincia di Varese prima in Lombardia per risorse ricevute
Paolo Cottini su Passa la Tre Valli Varesine: ecco cosa prevede l'ordinanza sulle scuole di Varese, tra chiusure, bus e cambi d'orario
Bustocco-71 su Arrivano le barriere antirumore in A8, lo svincolo di Gallarate chiude per dieci mesi
Felice su Dopo la sentenza sul Mottarone il racconto delle mamme di Silvia e Alessandro: “Per noi non è giustizia”
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.