Vacanza rovinata per un disabile: “Farò causa”
A Fuerteventura "in una struttura non adatta". Il tour operator: “Era già stato nostro cliente, prenotazione diversa dal solito”

Un incidente stradale che ti rovina la vita, e il desiderio di poter passare qualche giorno al mare con la tua famiglia. Ma qualcosa è andato storto e ora U.S., 34 anni di Gallarate, tetraplegico dopo un incidente stradale sulla 336 avvenuto cinque anni fa, vuole giustizia.
«Nel prenotare la vacanza – racconta in una nota inviata alla stampa – mi sono appositamente rivolto alla consulente di un’agenzia di viaggi specializzata nei soggiorni no-barriere per persone con disabilità varie, come la mia. E ho specificato chiaramente ciò di cui avevo bisogno data la mia condizione. Ho chiesto un hotel vicino al mare e dotato di rampa che consentisse l’accesso diretto in spiaggia per le carrozzine e una tripla attrezzata per disabili con due camere separate, in modo che la ragazza che mi fa assistenza avesse una stanza a parte. Cose che mi sono state tutte assicurate».
Ma all’arrivo in albergo, U. S. ha scoperto a sue spese una realtà totalmente diversa, a cominciare da una delle necessità più impellenti, vedi l’accessibilità del mare.
«Non vi era alcun accesso diretto: la rampa c’era ma arrivava solo a un ristorante che dava sul mare e lì finiva – continua il 34enne -: per raggiungere la spiaggia dovevo percorrere un chilometro e in carrozzina ci mettevo un’ora». Non solo. «Nel bagno non c’era nessuna sedia dove potessi sedermi per fare la doccia: dopo averlo fatto presente più volte alla reception, hanno “provveduto”, si fa per dire, procurandomi una sedia del tutto inadeguata, senza braccioli, simile a quelle da giardino, da cui ho rischiato ripetutamente di scivolare. E per finire, neanche la richiesta di una camera a parte per la ragazza che mi assiste è stata esaudita: la stanza in più non c’era».
Secondo la consulente a cui U.S. si rivolse, contattata da Varesenews, il problema di questo viaggio sta nella prenotazione effettuata: «Il nostro cliente, aveva già fatto l’anno scorso un viaggio servendosi dei nostri servizi, ma alle Baleari e per l’occasione venne prenotato un appartamento – spiegano dall’agenzia viaggi – . Per il viaggio di quest’anno, alle Canarie, invece la prenotazione era per una camera tripla e per una singola, con evidenti differenze legate alle caratteristiche dei luoghi per il soggiorno, all’accessibilità e agli spazi: noi abbiamo soddisfatto la prenotazione ricevuta. Sull’accesso al mare, possiamo dire che le schede di ciascuna struttura vengono compilate dall’albergo e caricate sul nostro sito. Il cliente le ha viste e le ha scelte».
E sulle docce non consone? «Può accadere che vi siano presidi che si rompono e che necessitano di essere sostituiti: dipende dai tempi di risposta di ciascuna struttura».
La prenotazione funziona in questo modo: l’utente sceglie la destinazione delle vacanze e l’agenzia specializzata nei soggiorni per persone con disabilità si appoggia su tour operator per verificare le disponibilità.
Il punto è che, secondo il trentaquattrenne gallaratese, al momento di presentare le rimostranze per i problemi riscontrati, è avvenuto un rimpallo di responsabilità fra operatori.
Risultato, colpa di nessuno e disagi irrisolti. «Ho speso 4mila 400 euro – conclude amaro il protagonista della vicenda – e ho passato dei giorni da incubo. Quello che non mi va giù non sono tanto i soldi buttati, ma il fatto che questa settimana di mare che aspettavo da tanto tempo, che desideravo trascorrere accanto a mio figlio, è stata completamente rovinata. E per le persone con i miei problemi non ci sono tante occasioni per buttare tutto alle spalle, per vivere le esperienze che facevo prima e che fanno tutte le persone normali».
Insomma, un profondo danno da vacanza rovinata, acuito dalle difficili condizioni fisiche e psicologiche, di cui ora U.S. intende chiedere un congruo risarcimento.
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