La presenza in aula? si verifica con la “app”

È un'ipotesi in discussione al corso di Medicina e chirurgia all'Insubria. Il preside Carcano spiega: “ Potrebbe aiutarci a migliorare l'organizzazione dei corsi"

app

Una app per “controllare” cosa stiano facendo gli studenti. È un’ipotesi al vaglio del Preside del corso di laurea di Medicina e Chirurgia dell’Università dell’Insubria.

Il professor Giulio Carcano ammette che il tema è all’ordine del giorno nelle riunioni con il rettore Angelo Tagliabue. Detta così, si potrebbe pensare a misure di controllo degli eterni ragazzi che continuano ad avere la passione per la “bigiata”…

« Non è certamente questo il tema – assicura il Preside del corso di laurea – stiamo valutando come monitorare il carico di lavoro degli studenti e come loro gestiscano da soli il proprio percorso formativo. Mi spiego: soprattutto negli ultimi anni, alle lezioni frontali si sommano le esperienze in reparto. Può accadere che alcuni studenti preferiscano l’attività pratica alla spiegazione teorica. I compiti da svolgere e le scadenze da rispettare sono molti e decisamente serrati. Vogliamo capire come migliorare l’organizzazione didattica partendo dalla consapevolezza che anche le lezioni d’aula sono fondamentali e non si può scendere sotto un certo numero di assenze».

Nessun grande fratello ma un monitoraggio del sistema globale secondo le preferenze di coloro che sono i principali fruitori: « Il nostro intento non è certamente quello di violare la libertà del singolo. Il percorso accademico – spiega ancora il professor Carcano – poggia su un lavoro personale e responsabile di ciascuno studente. Ci sono però obblighi e impegni imprescindibili: noi vogliamo ottimizzare i loro tempi cosi da permetter loro di fare tutto in modo organico e, se possibile, armonico».

Ad aggravare un carico già di per sé notevole, dal prossimo anno accademico, gli studenti laureandi dovranno sommare, negli ultimi mesi, sia i tirocini curricolari sia quelli propedeutici all’Esame di Stato che, fino a quest’anno, si svolgevano dopo aver conseguito la laurea: « Il lavoro, dunque, aumenta e dobbiamo capire bene quale organizzazione offrire».

La app potrebbe dare anche risultati importanti sulla preferenza o meno dei ragazzi per alcuni docenti e materie, offrire spunti di riflessione su criticità organizzative e didattiche: « È uno dei temi che abbiamo molto a cuore all’Insubria – assicura Carcano – per questo l’eventuale “app” potrebbe anche essere uno strumento utile ai ragazzi per evidenziare problemi o disservizi eventuali».

Il dibattito è ancora aperto: che sia una app o un badge o altro strumento tecnologico, l’ateneo è comunque orientato a seguire da vicino i suoi studenti. I tempi delle “bigiate collettive “ è finito ma è sempre meglio … buttare un occhio.

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Pubblicato il 12 Dicembre 2018
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