Comune e polizia locale replicano al sindacato dei vigili con la lista delle cose già fatte

A meno di 24 ore dal documento che dichiara lo "stato di agitazione" dei vigili urbani varesini aderenti alla sigla Diccap/Sulpl, arriva la risposta del comune e di Polizia locale

Generico 2018

Ci ha impiegato meno di 24 ore il comune di Varese, insieme alla polizia Locale, a dare risposta al documento che proclamava lo “stato di agitazione” dei vigili urbani varesini aderenti alla sigla Diccap/Sulpl, sigla minoritaria in azienda del sindacato dei vigili.

Nel documento, erano infatti contenute accuse pesanti sull’inazione dell’attuale amministrazione nei confronti dei vigili urbani, che il sindaco e i responsabili del settore – in particolare, il vicesindaco con delega alla polizia urbana Daniele Zanzi e il comandante dei vigili Matteo Ferrario – hanno respinto con un documento altrettanto articolato, che contiene, tra l’altro, una lunga lista delle azioni già intraprese e delle dotazioni già cambiate, tra quelle di cui il sindacato denunciava la mancanza.

QUI IL DOCUMENTO DEL DICCAP/SULPL

QUI LA RISPOSTA CONGIUNTA DI COMUNE E POLIZIA LOCALE

«Siamo rimasti abbastanza sorpresi dal comunicato diramato da una sigla sindacale minoritaria nel settore della polizia locale, che accusa direttamente la polizia locale di Varese di una serie di fatti, anche perché solo pochi giorni fa sono stati diramati dei dati che andavano in tutt’altra direzione – ha commentato il sindaco Davide Galimberti – Vi abbiamo convocati per fare piena luce su come stanno realmente le cose, e gratificare il lavoro preziosissimo che gli agenti della polizia locale fanno per la città di Varese».

Galimberti sciorina molti dei dati anticipati sulla polizia Locale in occasione della festa di san Sebastiano e quelli ribaditi nel lungo comunicato stampa consegnato alle testate locali, che, ancor più che un comunicato ha la forma di una lettera di risposta alla lettera accusatoria del Sulpl con cui si annuncia lo “stato di agitazione”, comunicato che risponde punto per punto alle lamentele del sindacato e che vi alleghiamo entrambi integralmente.

«Con le altre sigle sindacali c’è un dialogo costante, per migliorare il servizio – sottolinea infine il sindaco – Auspico che questo comunicato e questa vertenza intrapresa non c’entri con i recenti provvedimenti disciplinari che sono stati presi per alcuni dei componenti della squadra e che hanno portato il prefetto, in un caso, anche a revocare il porto d’armi. Speriamo, che si tratti, come deve essere in caso di iniziative sindacali, di una agitazione a vantaggio di tutti e non solo di alcune persone. In questo caso siemo a piena disposizione per affrontare ciò che ancora non è stato realizzato. Se cosi non fosse, la risposta è semplicemente “E’ inutile che procediate cosi, perché “non attacca”».

«Ci sono diverse cose che non riconosciamo in quelle affermazioni. Tra le altre cose quello che riguarda la sede: siamo già ampiamente al lavoro per rendere piu funzionali gli uffici del comando: abbiamo appena finito il rinnovamento della centrale operativa, primo punto di contatto della città con la polizia locale» ha continuato il comandante della polizia locale Matteo Ferrario.

«Il mio ufficio è sempre stato aperto a tutti. ho incontrato piu volte questi rappresentanti sindacali. Molte delle mancanze che loro segnalano nel loro comunicato, fanno invece parte di quel grosso lavoro di ridefinizione dei ruoli e di ammodernamento – ha commentato infine il vicesindaco Daniele Zanzi, che ha la delega alla polizia locale – Per esempio, parlano dei bastoni distanziatori “inutilizzati”: in realtà sono fuori norma, per quello continuano a stare nel cassetto. Se vengono utilizzati vanno nei guai i vigili che li usano. Piuttosto sarebbe da domandarsi chi ha autorizzato un acquisto del genere. Infine, nel fondo del comunicato si legge di atteggiamenti persecutori, di mobbing. Se accertato, questo è naturalmente un fatto gravissimo che non deve in nessun modo succedere e deve essere stigmatizzato: ma io non ne ho notizia. Ma non mi risulta che nessuno abbia denunciato, e se c’è questo coraggio, quel che rimane è solo un gossip. Io comunque, che sono entrato qui senza conoscere nessuno e ora conosco pressoché tutti, vedo solo un corpo unito, solidale, che lavora in armonia: mi sembra davvero strano si adombrino dubbi di mobbing, che per me non corrispondono alla realtà».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 24 Gennaio 2019
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