La storia di Anna: “La disattenzione di un medico mi stava costando la vita”

Salvata dai chirurghi dell'ospedale di Busto Arsizio ma che due giorni prima era stata trattata come una malata immaginaria da un medico del Pronto Soccorso di Legnano: "Avevo un polipo di 10 cm nell'intestino"

medico

«Quando il medico mi ha mandato a casa per la seconda volta, dicendomi che non avevo nulla, ho avuto un momento di vuoto, non sapevo più cosa fare. Quei dolori erano fortissimi e lui non mi ha neanche visitata. Se lo avessi ascoltato oggi sarei morta».

Era il 24ottobre del 2018 quando Anna Mengotti, samaratese di 60 anni, si è recata al Pronto Soccorso dell’ospedale di Legnano per la prima volta a causa di dolori all’addome, fortissimi e lancinanti, dietro i quali si nascondeva un polipo di 10 cm di diametro che ostruiva l’intestino e stava creando una necrosi. Quel medico, un chirurgo che lavora al Pronto Soccorso legnanese, le diede degli antidolorifici, la visitò grossolanamente e le fece eseguire una radiografia ed esami del sangue dai quali non emersero particolari problemi. Così le prescrisse una visita urgente dal gastroenterologo (fissata per il 26 ottobre) ma senza alcuna diagnosi.

Il giorno seguente fece un nuovo accesso al reparto di emergenza, lamentava dolori ancora più forti e le venne assegnato un codice giallo ma ebbe la sfortuna di ritrovarsi davanti lo stesso medico del giorno prima che, in modo molto sbrigativo, la rimandò a casa dicendole : «Lei è ancora qua? Le ho detto he non ha niente».

Il 26 ottobre Anna fece la visita dal gastroenterologo che, a sua volta, decise di approfondire chiedendo un’ecografia addome urgente che però, a causa della lunga lista d’attesa, era stata programmata 25 giorni dopo. Anna Mengotti, avendone la possibilità, decise di farla a pagamento in uno studio privato a Busto Arsizio e finalmente scopre di avere un tumore all’intestino: «Mi chiedo come fa una persona che non può permettersela. Muore?» – è il commento amaro della signora.

La sera del 26 ottobre i dolori aumentarono e decise di andare ancora al Pronto Soccorso. Questa volta si presentò all’ospedale di Busto Arsizio con l’ecografia pronta e venne ricoverata immediatamente. Nel giro di pochissimo, a seguito dell’esito di una tac, venne operata d’urgenza dallo staff del reparto di chirurgia dell’ospedale di Busto Arsizio che le estrasse il polipo dall’intestino appena in tempo: «Se avessi dato retta al medico del pronto soccorso di Legnano sarei morta tra dolori atroci. Perchè sono stata trattata in quel modo? – si domanda Anna – Avrei voluto chiederlo al medico ma lui si è rifiutato di parlarmi».

La storia di Anna Mengotti, infatti, non finisce qui. Dopo l’operazione la donna si armò di coraggio per andare ad affrontare quel camice bianco che la trattò con tanta sufficienza: «Volevo parlare con lui per dirgli che quel giorno mi sentii smarrita, persa e che dalla loro conoscenza dipende la vita o la morte delle persone. Volevo spiegargli come mi sentii quel giorno in Pronto Soccorso a Legnano, quando mi trovai senza sapere più cosa fare dopo che lui mi rimandò a casa dicendo che non avevo nulla». La donna chiese un colloquio attraverso il primario della chirurgia ma il collega si rifiutò di incontrarla de visu: «Anzi mi è stato anche riferito che, alla richiesta gentile da parte del primario, lui ha alzato la voce in malo modo».

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Orlando Mastrillo
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Pubblicato il 24 Gennaio 2019
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