Per l’Epifania, Bizzozero è diventata Betlemme
E' successo con “La notte di Betlemme” il presepe vivente che ha messo in scena per la prima volta nel quartiere varesino la vita di un villaggio palestinese
Per un giorno, Bizzozero è diventata Betlemme, con “La notte di Betlemme” il presepe vivente che ha messo in scena per la prima volta nel quartiere varesino, domenica scorsa, la vita di un villaggio palestinese di oltre 2000 anni fa.
Un evento che ha coinvolto tutta la Comunità Pastorale “Beato don Carlo Gnocchi” che comprende le parrocchie di Giubiano, San Carlo, Bustecche, Lazzaretto e Bizzozero nel pomeriggio di domenica 6 gennaio.
Per tutto il pomeriggio, nel cortile dell’oratorio di Bizzozero, in Piazza Sant‘ Evasio, è rimasto aperto il “villaggio di Betlemme” ma il presepe, in corteo, è proseguito per le vie del rione con conclusione nel cortile dell’oratorio.
Il villaggio si è animato quando gli abitanti sono arrivati in corteo, si sono messi all’opera (c’era un “forno”, una “segheria”, uno spazio per gli animali, una “scuola”..), e poi è iniziata la rappresentazione del presepe che si è conclusa con l’arrivo dei Magi (grazie all’iniziativa curata da CoopUf, e portata avanti anche negli altri quartieri durante le vacanze di Natale).
«Di vero cuore grazie a tutti voi che ci avete dedicato il vostro tempo. Siete stati tantissimi, centinaia. Grazie ai vostri cuori generosi abbiamo raccolto tanto per i più bisognosi – hanno detto gli organizzatori sui social, per voce di Vincenzo Attisano, che ha coordinato tutto l’evento – Grazie ancora all’Amministrazione Comunale per il partenariato che ci ha permesso di realizzare “La Notte di Betlemme” nella sua prima edizione. Grazie a don Marco e don Davide perché il loro sostegno spirituale ha permesso che tutto questo non diventasse uno spettacolo. All’associazione Coopuf Eventi Culturali per il loro contributo a favore dei più bisognosi. Immensamente grazie a tutti i volontari (scenografi, operai, costumiste ecc) che hanno lavorato per la realizzazione di questo evento, a tutti i figuranti, a chi ha contributo anche dietro le quinte. A chi ha dato tanto, a chi ha dato poco graziedi tutto cuore, perché è stato dato tutto con Amore. Questo amore, questo dono di sé possa essere d’esempio e unire ancora altri cuori».
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