A Malpensa 32mila multe per sosta troppo lunga, ma le auto straniere sfuggono
Un'auto su otto multata ha targa straniera e la riscossione è molto difficile. Per i Comuni ci sono introiti, ma anche una mole di lavoro significativa per la Polizia Locale: mezzo milione le targhe da controllare ogni anno
32918: tante sono le multe comminate nel 2018 a Malpensa per violazioni all’area “10 minuti”, dove cioè si può restare al massimo dieci minuti, tra tempo di entrata, di sosta e di uscita (foto: Andres Larroux). Ma di queste circa 4mila sono multe comminate ad auto straniere (gli svizzeri la fanno da padrone, in classifica) che «difficilmente saranno incassate».
Le multe vengono fatte dall’Unione dei Comuni di Ferno e Lonate, i due enti locali competenti su gran parte dello scalo. Un bel po’ di soldi, almeno in linea teorica: «Se tutti pagassero sarebbero 2milione e mezzo, in realtà si incassa 1,5 milioni» spiega Filippo Gesualdi, sindaco di Ferno e assessore alla polizia locale per l’Unione.
Anche perché c’è un altro aspetto da valutare: se è vero che i varchi di rilevamento a Malpensa sono automatici, il lavoro di “scrematura” dei veicoli irregolari (vale a dire sopra i 10 minuti) dev’essere fatto proprio dagli agenti della Polizia Locale. «Il lavoro alle spalle è tanto: è automatico il rilevamento, non l’accertamento. Lo scorso anno sono passati da Malpensa 2milioni 152mila veicoli, di questi un milione e 600mila risultavano regolari, altri 558mila risultati irregolari sono stati controllati». E allora come si scende fino al dato, ben più basso, di poco meno di 33mila accertamenti? «Ci sono le targhe dei disabili autorizzati, quelle delle auto Noleggio con Conducente, i mezzi delle Forze dell’Ordine.
«Possiamo per questo sfatare l’idea che l’area 10 minuti ci abbia portato grandi risorse» dice il sindaco di Lonate e presidente dell’Unione, Nadia Rosa. Perché da quel milione e mezzo che si può pensare di incassare realisticamente, andrebbe poi detratto il costo delle ore impiegate dal personale per verificare “a mano” i transiti. Certo son calcoli che non interessano più di tanto a chi – non solo in zona ma a Milano, a Cesano Boscone o a Chivasso – si vede recapitare la busta verde con la multa da pagare.
C’è un ultimo dato interessante: le 32918 violazioni accertate nel 2018 sono sensibilmente meno di quelle del 2017, circa 24mila in meno. Questo perché ci sono stati due distinti periodi di interruzione del sistema “Area 10 minuti” per adeguamento dei software e dell’hardware, che comprende una quarantina di varchi con telecamere.
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Il risultato collaterale sono le tante auto in sosta ai lati della rotonda, oppure ancora sulla superstrada – immagino per attendere passeggeri in arrivo che poi chiameranno all’uscita dall’aeroporto.
Questo va bene?
È effettivamente un fenomeno evidente. Torneremo ad occuparcene
Un aeroporto deve essere costruito e gestito per servire i clienti, le persone che lo usano.
Quale sarebbe il senso di fare parcheggi con costi spropositati, e di disseminare trappole ridicole come questa dei 10 minuti, se non quello di spennare i soliti noti, “costretti” ad usare l’aeroporto?
Ma la finiamo? Ci rendiamo conto di quanto sia ridicolo, ostile alla gente normale, un aeroporto impostato in questo modo?
Pagato profumatamente da tutti i contribuenti, ricordiamo.