Sarà Varese la sede italiana dell’Archivio del Moderno di Mendrisio
Dopo anni di valutazioni, studi di fattibilità ed incontri l’Università svizzera ha deliberato, preferendo la città a Novara e Como. Destinazione preferita: la caserma Garibaldi
E’ Varese la città scelta dall’Accademia di Architettura di Mendrisio come sede italiana dell’Archivio del Moderno, la Fondazione creata e diretta fin dal 1996 da Letizia Tedeschi che raccoglie alcuni degli archivi più importanti di architetti moderni svizzeri e italiani come quello di Zanuso e Viganò. A confermarlo è Riccardo Blumer, attuale direttore dell’Accademia di Mendrisio.
«Dopo anni di valutazioni, studi di fattibilità ed incontri la Città Giardino ha convinto la commissione che l’ha preferita a Novara e Como, le altre possibili sedi» spiega Blumer.
Entro il 2022 infatti, secondo la legislazione italiana, gli archivi di interesse storico devono rientrare su territorio nazionale, tra cui anche quelli conservati a Mendrisio «Da qui la decisione dell’Università Svizzera di realizzare una sede distaccata della Fondazione in Italia».
La scelta si è orientata verso una sede vicino al confine e che avesse le condizioni ideali per proseguire le attività rivolte allo studio, ma anche alla ricerca, alla promozione del patrimonio con incontri, mostre, dibattiti. «La proposta del Comune di Varese di destinare parte degli ambienti della Caserma Garibaldi all’interno del più ampio progetto del polo culturale è stata valutata la più concreta e fattibile».
L’Università ha quindi deliberato la scelta con una comunicazione ufficiale, che permette ai tecnici di lavorare alla definizione del progetto.
L’arrivo a Varese della sede dell’Archivio del Moderno è davvero una grande occasione che andrà ad arricchire il polo culturale e permetterà una vocazione internazionale della città.
COSA E’ L’ARCHIVIO DEL MODERNO.
L’Archivio del Moderno, costituito in fondazione nel 2004, per atto dell’Università della Svizzera italiana, nasce contemporaneamente all’Accademia di architettura di Mendrisio e le sue attività incrementano, in sinergia con l’Accademia stessa, il contributo di conoscenze e la valorizzazione del dibattito storico, moderno e contemporaneo, attorno alla cultura architettonica italiana, svizzera e internazionale, ai suoi scenari di ieri e di oggi. L’attività dell’Istituto privilegia sul fronte storico, da un lato, il secolo filosofico e la cosiddetta stagione “neoclassica”, e dall’altro il XX secolo, con particolare riferimento al secondo dopoguerra, senza trascurare tuttavia la complessa realtà contemporanea. Si svolgono studi attorno al contributo dei documenti d’archivio alla messa a fuoco della genesi del progetto, e approfondimenti rivolti all’evolversi della professione, all’apporto dato dalla storia della tecnica, dall’incontro con le arti o con ambiti disciplinari particolari come il design, dai reiterati transfert culturali (per la stagione neoclassica, l’Antico; per il XX secolo, la “sintesi delle arti”), dai diversificati legami con i territori e dal senso di appartenenza che ne può derivare in relazione all’apporto degli architetti e delle maestranze ticinesi alla storia dell’architettura, dalla mutata formazione alle sempre nuove narrazioni di settore, da altre istanze che vanno costituendo la piattaforma su cui avviare nuovi paradigmi di lettura critica rispondenti al dibattito contemporaneo
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