Preleva i soldi dell’anziana con l’home banking, l’erede la denuncia

La donna era considerata più che un’amica e aveva una delega datata 1996. Un altro caso legato al passaggio tra l’era della carta e quella del web

Avarie

Il passaggio dal sistema analogico a digitale presenta il conto: in questi giorni ha fatto discutere il caso dell’anziana che per un difetto di comunicazione cartaceo fu nella condizione di poter continuare a prelevare la pensione dell’amico morto da 23 anni.

Questa mattina a Varese, in tribunale, è stato trattato un caso completamente diverso, ma con un’analogia di fondo che tra le righe potrà essere letta più o meno in questo modo: una delega firmata nel 1996 a fare operazioni bancarie sul conto corrente di un amico autorizza o no, quasi vent’anni dopo, a muovere somme tramite bonifici on line?

Nel 1996 per spostare soldi da una banca all’altra era necessario recarsi in banca, mettersi in fila, compilare la distinta, presentarla al cassiere e firmare. Ora si fa dal telefono in pochi secondi.

L’istruttoria del processo si è aperta oggi, e la fase dibattimentale permetterà di comprendere meglio le dinamiche poiché a giudizio c’è una signora accusata di “frode informatica”: molto amica di un’anziana, tanto da condividere gran parte della loro vita assieme, la donna è accusata di aver spostato con bonifico circa 13 mila euro servendosi del servizio “home banking” che consente le operazioni telematiche. 
Oggi, un sistema diffusissimo. Ma ai tempi, nel lontano 1996, 23 anni fa, impossibile da fare.

Alla morte dell’anziana però la figlia naturale, quale erede, si accorse dell’operazione, e presentò querela.

Il difensore dell’imputata ha chiesto oggi, subito, l’assoluzione proprio in virtù di quella delega richiesta alla banca e prodotta fra gli atti del processo (assieme ad uno stato di famiglia e ad un testamento olografo che fra i beneficiari indicava proprio l’anziana deceduta, stando a significare il rapporto di affezione fra le due persone).

Il giudice ha tuttavia rigettato l’istanza di proscioglimento, probabilmente proprio per verificare se quella delega risalente a 23 anni addietro possa o meno considerarsi valida. Il pubblico ministero – e la parte civile, rappresentata dal legale dell’erede – ha addotto che quel genere di delega permetteva di spostare soldi solo a terze parti (e quindi non alla delegata, oggi imputata).

Come andrà a finire? La prossima udienza è prevista verso la fine di giugno. Tuttavia sarà molto interessante assistere al dibattimento e alla decisione finale del giudice. Un altro caso in cui due ere, quella della carta e quella dei byte, lasciano irrisolti problemi che si misurano anche nelle aule di giustizia.

FRODE INFORMATICA (ART 640 TER CP)

Chiunque, alterando in qualsiasi modo il funzionamento di un sistema informatico o telematico o intervenendo senza diritto con qualsiasi modalità su dati, informazioni o programmi contenuti in un sistema informatico o telematico o ad esso pertinenti, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da cinquantuno euro a milletrentadue euro.
La pena è della reclusione da uno a cinque anni e della multa da trecentonove euro a millecinquecentoquarantanove euro se ricorre una delle circostanze previste dal numero 1) del secondo comma dell’articolo 640, ovvero se il fatto è commesso con abuso della qualità di operatore del sistema.
La pena è della reclusione da due a sei anni e della multa da euro 600 a euro 3.000 se il fatto è commesso con furto o indebito utilizzo dell’identità digitale in danno di uno o più soggetti.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 07 Marzo 2019
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