Umberto Galimberti a Filosofarti, “Affrontiamo i pregiudizi con il dialogo”

Il filosofo ha tenuto una lectio magistralis al teatro Sociale di Busto Arsizio dal titolo ‘In dialogo con i nostri pregiudizi’ per il ciclo di incontri di Filosofarti

Filosofarti 2019

“Non possiamo liberarci dei nostri pregiudizi perché sono parte della nostra identità. Ma possiamo, e dobbiamo, affrontarli con il dialogo”. Umberto Galimberti ha tenuto una lectio magistralis al teatro Sociale di Busto Arsizio dal titolo ‘In dialogo con i nostri pregiudizi’ per il ciclo di incontri di Filosofarti.

Il sociologo, in dialogo con l’organizzatrice della rassegna Cristina Boracchi e l’assessore alla cultura di Busto Manuela Maffioli ha esortato l’utilizzo del dialogo per affrontare i nostri pregiudizi i quali, tuttavia, non possiamo eliminare completamente: “I nostri pregiudizi derivano dal nostro luogo di nascita, dai nostri maestri, genitori, dai libri che abbiamo letto. Quindi non possiamo eliminarli. Ma il dialogo – afferma Galimberti – è un mezzo per metterli in discussione.

Dialogo deriva dal greco dia logos, dove il prefisso dia indica la massima distanza tra due parti (come diametro, che indica infatti la massima distanza tra due punti della circonferenza). Non si  tratta quindi di una cosa semplice: bisogna essere ben predisposti e convinti che l’altro possa avere ragione”.

Galimberti quindi introduce il complesso tema delle educazione, la paideia, che fu la tematica principale della passata edizione di Filosofarti: “In Italia, sosteneva il linguista Tullio de Mauro, il 70% delle persone non è capace di comprendere a pieno un testo. Statistiche internazionali ci collocano agli ultimi posti per quantità di libri letti. Per questo motivo pensare che il popolo debba esprimersi su ogni tematica è sbagliato. Nella Grecia del V secolo a.C. – aggiunge – il governo della città era affidato esclusivamente agli aristos, che erano i più sapienti, non i più ricchi. Ora vediamo sempre più spesso politici che si rivolgono direttamente al popolo, scavalcando qualsiasi corpo intermedio. Le competenze mediche, economiche e giuridiche
passano in secondo piano perché si deve ‘rispondere solamente al popolo’. E questo è una follia”.

Un aspetto importante della nostra società attuale, prosegue il sociologo che da poco ha pubblicato il ‘Nuovo dizionario di Psicologia (Feltrinelli)’ è il ribaltamento del ruolo tra anziani e giovani: “Oggi è molto più comune che sia un vecchio a doversi rivolgere a un giovane. Da sempre considerato una fonte di esperienza e saggezza, ormai il vecchio è praticamente inutile”, afferma Galimberti, ben conscio della durezza dell’affermazione. “L’esperienza del vecchio – conclude – non serve più, dal momento che la società è radicalmente cambiata rispetto ai suoi, e quindi ai miei tempi”.

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Pubblicato il 02 Marzo 2019
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