Alptransit, a villa Recalcati il punto della situazione

E’ stato un dibattito vero tra Istituzioni - quelle che stanno realizzando e approvando l’AlpTransit e quelle che saranno coinvolte nella linea Merci che proviene dal Nord Europa - quello che si è svolto nei saloni della provincia il 18 aprile

Dibattito su Alptransit a villaRecalcati

E’ stato un dibattito vero tra Istituzioni – quelle che stanno realizzando e approvando l’AlpTransit e quelle che saranno coinvolte nella linea Merci che proviene dal Nord Europa – quello che si è svolto a villa Recalcati il 18 aprile 2019, organizzato dalla camera di Commercio di Varese: un incontro dove gli amministratori hanno fatto il punto della situazione e sottolineato i problemi che la grande opera ferroviaria comporta

«La questione supera il territorio della Provincia di Varese, parte da Genova e arriva a Rotterdam – ha esordito il Sottosegretario del Ministero dell’Interno Stefano Candiani che ha aperto oggi, giovedì 18 aprile, i lavori del convegno – Anche se di passaggio, i territori devono fare squadra. Quando ci si rapporta con Rfi, è importante che ci sia una presa in carico da parte di tutte le istituzioni, dai Comuni allo Stato: si tratta di un’opera che ha un grande impatto sul territorio, che può portare molti benefici economici ma che ha con sè anche numerose criticità, in primis il rumore e la sicurezza. E servono certezze, altrimenti gli Enti non possono fare programmazioni a lungo termine per i loro territori, attraversati da treni con convogli lunghi anche 750 metri».

Dibattito su Alptransit a villaRecalcati
Stefano Candiani, a sinistra e Marco Magrini, a destra

Candiani nel suo intervento ha garantito attenzione dal punto di vista delle risorse, che: «Ci sono ma, specie per quanto riguarda la sicurezza, sono lontane dall’essere sufficienti e mi farò portavoce di questo bisogno in Regione e al Ministero dei Trasporti. Aspetto la sintesi di cui si occuperà il consigliere provinciale Marco Magrini che mi ha invitato oggi, e confido che sarà sottoscritta non solo dai Comuni attraversati da Alptransit ma di tutto il territorio».

Marco Magrini, consigliere delegato alla Viabilità per la provincia di Varese, è stato poi il primo a fare il punto della situazione dei lavori di Alptransit nel tratto italiano: che impegnano soprattutto Maccagno, Luino, Laveno, Ispra e Sangiano «Tutti lavori in avanzato stato di progettazione, e alcuni ormai in fase esecutiva – spiega Magrini, che ne ha poi illustrato i particolari progetto per progetto – Ricordo che in tutto, ci sono 36 passaggi a livello da sopprimere per assicurare la sicurezza della ferrovia e ai cittadini che con quella ferrovia avranno a che fare». Tra le opere di compensazioni anche la ciclovia del lago Maggiore, «Per la quale sono stati stanziati 10 milioni».

Con i rappresentanti delle ferrovie è stato poi aaffrontato il problema delle vibrazioni e del rumore sia sul territorio italiano, sia su quello del Canton Ticino. Mentre una relazione a cura della DG Infrastrutture, Trasporti e Mobilità Sostenibile di Regione Lombardia è stata dedicata al tema dell’integrazione dei servizi di trasporto pubblico in ambito transfrontaliero.

Infine, la presentazione delle proposte e aspettative del territorio, con l’intervento di Sindaci e amministratori locali: che hanno evidenziato la preoccupazione più forte e diffusa, quella del rumore, e quella più forte, il dialogo del territorio con le istituzioni più “alte”: «Noi chiediamo risposte e compensazioni sugli impatti che porteranno alla linea ferroviaria, se no bisogna solo prendere atto che è stata sbagliata la progettazione» ha affermato, tra gli applausi, un preoccupato sindaco di Vergiate.

Dibattito su Alptransit a villaRecalcati
A sinistra Raffaele Cattaneo

«Dobbiamo valutare i rischi, ma anche le opportunità che quest’opera porterà al territorio – ha commentato nel suo intervento conclusivo l’assessore di Regione Lombardia all’Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo, intervenendo su delega del Presidente Attilio Fontana al Convegno – Con un approccio concreto e basato sui dati dobbiamo cogliere la prospettiva di sviluppo che l’opera genererà sulla tratta dopo l’apertura del tunnel del Gottardo, con un lavoro costante di monitoraggio sulle opere connesse previste per i comuni del nostro territorio. Ma non dobbiamo incorrere nel vezzo tutto italiano di dire che non va bene niente: questo si che è un errore e se lo facciamo, lo pagheremo e lo pagheranno anche i nostri figli».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 18 Aprile 2019
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