Armi da guerra in Valcuvia: in tre a processo
Al gruppo venne trovato un vero e proprio arsenale, scoperto nel corso di un controllo su di un 27enne di Scampia. La Renault col doppiofondo per il trasporto di pistole e munizioni
Appartamenti che fungevano da appoggio logistico. Auto modificate per consentire trasporti “coperti“, senza dare nell’occhio.
E poi quelle armi da guerra, addirittura una mitragliatrice calibro 9 parabellum con caricatore da 50 colpi.
Tutto scoperto per caso durante un controllo stradale di due anni fa e su cui i giudici varesini dovranno fare chiarezza perché è partito nei giorni scorsi il processo che vede imputate tre persone, una delle quali classe 1990 originaria di Scampia evoca atmosfere da Gomorra che mal si combinano coi paesini della Valcuvia; alla sbarra con lui un cinquantenne anch’esso di Napoli e il terzo, proprietario della Renault Megane Scenic fermata nel posto di blocco dei carabinieri di Cuvio, nato a Cittiglio e residente a Cuveglio.
Ai tre soggetti viene contestato, in concorso tra loro, il porto abusivo di armi e munizioni e il porto di armi clandestine: norme introdotte negli anni ’70 dalle leggi contro il terrorismo.
30 GENNAIO 2017 – L’allora ventisettenne di Scampia venne fermato da una pattuglia dei carabinieri il 30 gennaio 2017 a Cuvio. Una pattuglia del Nucleo Operativo e Radiomobile di Luino fermò una Renault Scenic. A bordo della vettura i carabinieri trovarono una pistola mitragliatrice, una pistola Smith & Wesson e un’altra arma corta calibro 7.5 con 25 cartucce. Ben nascoste anche banconote di grosso taglio per un totale di oltre 15mila euro.
I militari si concentrarono sull’auto che fungeva da “trasporto“ delle armi. Era stato infatti predisposto uno spazio ricavato da una nicchia tra il pianale dell’auto e la scocca esterna alla quale si accedeva attraverso un vano porta oggetti appositamente collegato e posizionato sotto il sedile posteriore.
LA DROGA – Ai tre imputati sono contestati nel processo di fronte al Collegio varesino i soli reati legati alle armi. Ma le indagini dei carabinieri di Luino svelarono altri particolari su quegli strani giri. I militari arrivarono infatti all’individuazione di alcune abitazioni considerate le basi logistiche dell’arrestato (a Cuveglio, Cuvio e Casalzuigno, quest’ultima nelle disponibilità del complice cinquantenne, mentre l’auto era appunto del trentenne della valle). E su delega della Procura di Varese, i militari di Luino – con la collaborazione dei carabinieri di Napoli Scampia – hanno perquisirono il domicilio napoletano dell’arrestato e le alcune abitazioni del Luinese, sorprendendo all’interno di queste ultime altre due persone (di 29 e 25 anni) collegate all’arrestato, anche loro di origini campane ma domiciliate nella Valcuvia, trovate in possesso rispettivamente di 12 proiettili cal. 22, 107 grammi di hashish e 22 grammi di marijuana il 29enne e 40 grammi di marijuana il 25enne.
LE ARMI – Particolare attenzione da parte degli inquirenti viene posta sull’armamento in possesso dei tre. La pistola mitragliatrice è un’arma da guerra a tutti gli effetti: si tratta di una Sites Spectre, arma utilizzata in Svizzera che sviluppa un elevato volume di fuoco e concepita per impieghi speciali antiterrorismo, servizi di scorta e difesa ravvicinata; viene definita tecnicamente un’arma clandestina secondo la legge italiana.
C’era poi una Smith&Wesson mod. 439 con matricola abrasa completa di caricatore, camerata con munizionamento calibro 9 parabellum e relativo munizionamento: 8 colpi 9×21 Luger Pmg e 64 cartucce calibro 9 Luger Fc. E ancora un revolver svizzero calibro 7,65.
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