Lavoratori Metro in sciopero: “Azienda sana ma che chiede sacrifici da crisi”
Giornata di mobilitazione dei lavoratori contro la decisione dell'azienda di annullare il contratto integrativo per i dipendenti. A Castellanza adesione all'80%

Una giornata di sciopero, proprio nel lungo weekend di Pasqua. I lavoratori di Metro, la nota catena di supermercati all’ingrosso, hanno incrociato le braccia in tutti i 49 punti vendita d’Italia con una giornata di mobilitazione che ha coinvolto anche il punto vendita di Castellanza.
«Ci fermiamo dopo la rottura delle trattative per il rinnovo del contratto integrativo e per protestare contro l’atteggiamento della nuova direzione nei confronti dei lavoriatori» dice Mario Barbera, RSU di Metro Castellanza. Dal 31 marzo scorso l’azienda ha infatti disdetto il contratto integrativo per i lavoratori dopo un lungo tavolo di trattativa «in cui l’amministrazione diceva di voler omogenizzare tutti i contratti aziendali, peccato che fossero tutti in senso peggiorativo». Si parla infatti di aumento degli orari di lavoro, abbassamento dei premi, nuova gestione dei turni e soppressioni dei contributi ai Cral aziendali: tutte proposte che i sindacati, in maniera unitaria, hanno respinto al mittente.
«Sono le richieste che normalmente fanno le aziende in crisi ai propri dipendenti, ma Metro è una società sana e con tutti i conti in ordine» spiega Stefano Rizzi, sindacalista della Filcams – Cgil di Varese. Un contratto integrativo che è stato firmato una quindicina di anni fa e che ora l’azienda vuole abbandonare. Il problema in questo caso per i lavoratori avrebbe un nome: Tanya Kopps, la nuova amministratrice delegata del gruppo arrivata da poco dagli Stati Uniti.
Metro in Italia dà lavoro a 4.900 persone e di queste 120 sono nel punto vendita di Castellanza, dove oggi circa l’80% ha scioperato. Ora la speranza è quella che la mobilitazione riporti il management dell’azienda a sedersi di nuovo al tavolo delle trattative.
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