“La Storia è un bene comune”: all’appello risponde anche l’Insubria
L'appello lanciato dallo storico Andrea Giardina, dalla senatrice a vita Liliana Segre e dallo scrittore Andrea Camilleri è stato raccolto da 9 docenti dell'ateneo

Anche l’Università dell’Insubria risponde al manifesto nazionale «La Storia è un bene comune» lanciato dallo storico Andrea Giardina, dalla senatrice a vita Liliana Segre e dallo scrittore Andrea Camilleri.
A firmare sono i nove docenti di Storia e storie del mondo contemporaneo: Katia Visconti, Andrea Bellavita, Andrea Candela, Giuseppe Crosa, Fabio Minazzi, Giuseppe Muti, Antonio Maria Orecchia, Ezio Vaccari e Alberto Vianelli.
Nel testo di Giardina, Segre e Camilleri si legge: «La storia è un bene comune. La sua conoscenza è un principio di democrazia e di uguaglianza tra i cittadini. È un sapere critico non uniforme, non omogeneo, che rifiuta il conformismo e vive nel dialogo. Lo storico ha le proprie idee politiche ma deve sottoporle alle prove dei documenti e del dibattito, confrontandole con le idee altrui e impegnandosi nella loro diffusione. Ci appelliamo a tutti i cittadini e alle loro rappresentanze politiche e istituzionali per la difesa e il progresso della ricerca storica in un momento di grave pericolo per la sopravvivenza stessa della conoscenza critica del passato e delle esperienze che la storia fornisce al presente e al futuro del nostro Paese».
I nove docenti dell’Insubria dichiarano di «essere in perfetta sintonia con il testo e di ritrovarvi le ragioni che hanno portato il nostro ateneo a istituire il nuovo corso di laurea in Storia e storie, che ha un carattere fortemente innovativo e multidisciplinare e ha affiancato il sapere umanistico allo studio delle forme di espressione e di racconto. Per vivere in modo consapevole il proprio ruolo nel mondo contemporaneo è necessario conoscerne la Storia, allenare un pensiero critico e dominare le regole della rappresentazione, della narrazione e della riflessione».
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